Condividi
     
 

Garrett T. Capps & NASA Country
People Are Beautiful
[Vinyl Ranch 2022]

Sulla rete: garretttcapps.com

File Under: space country


di Fabio Cerbone (08/07/2022)

Texano di San Antonio, autore e produttore, ma potremmo definirlo meglio come una sorta di coalizzatore di idee e di musicisti, Garrett T. Capps è un culto cittadino che meriterebbe un pubblico più ampio, di album in album rivelatosi tra i più interessanti talenti emersi dalla scena locale. Quando non è occupato a registrare dischi (abbondanti, in osservanza a una certa prolificità tipica di questi anni) e a organizzare tour, lo potete trovare dietro il bancone del bar, The Lonesome Rose, che gestisce personalmente nella sua città natale. Più probabile però che sia occupato a immaginare paesaggi americani, tenendo insieme tradizione e futuro.

Se infatti le sue radici nella country music e nel rock’n’roll del luogo sono fuori discussione, con collaborazioni che nel tempo lo hanno messo al fianco di leggende quali Augie Meyers (Sir Douglas Quintet) e Lloyd Maines (Joe Ely, Terry Alllen), la sua intenzione è di scuotere l’albero dalle fondamenta e proiettare il linguaggio dell’honky tonk elettrico verso le rotte dello spazio, in una specie di avventura cosmica e psichedelica dove People Are Beutiful si rivela come il lavoro più eccentrico e interessante della sua copiosa produzione. Inciso lo scorso dicembre al Sonic Ranch studio, confini con il Messico, il disco, di assai difficile reperibilità purtroppo, chiama a raccolta i NASA Country, band così ribattezzata in evocazione di altri mondi alieni e astronavi atterrate nel deserto, secondo suggestioni tutte e solo americane.

L’effetto si riverbera su otto brani, divisi equamente in due facciate, dove le chitarre e la lap steel di Torin Metz dialogano con i moduli al sintetizzatore di Justin Boyd, mentre la formazione oscilla fra country, psichedelia e strati di riverberi e kraut rock. Vi sembra un pasticcio? Provate con gli stridori e il riff hard blues di Rip Out of the Darkness, oppure con i feedback e i suoni da ballata texana dilatata di Within It All, due fra i momenti più stranianti della raccolta insieme a una Time Will Tell che è un autentico viaggio rock interstellare, con naturali agganci a certa febbre lisergica dei sixties. Un retrogusto quest’ultimo che conferma l’intelligente citazionismo di Garett T. Capps, senza mai scadere in una emulazione da purista: la band lo assseconda, sia quando prende la strada del country spaziale di Gettin’ Better, sia quando il mood della scrittura si fa più introspettivo ed espanso in Happen Anytime e A Better Place, cercando di scacciare i fantasmi della pandemia con un positivo intreccio di Byrds e neo-psichedelia che sarebbe piaciuta tanto ai Rain Parade.

Il finale di partita è più convulso e travolgente, proprio con People Are Beautiful, un messaggio per gli alieni da criptare nelle distanze siderali dell’universo: cosmic honky tonk, chiamatelo come volete, ma qui i NASA Country sembrano invitare i Dream Syndicate sulla loro navicella spaziale, planando poi nella polvere del deserto texano.


    


<Credits>