Jason Daniels Band
Downloads from the Universe

[Jax-Zen Studios 2020]

jasondanielsmusic.com

File Under: southern soul & funky

di Paolo Baiotti (04/08/2020)

Non fatevi ingannare dalla copertina: Downloads From The Universe non è un disco di rock mistico/ psichedelico, bensì un mix di southern soul con qualche ritmica funky, un pizzico di country blues e un approccio da jam band (non nella durata dei brani). Questo ventaglio di influenze può essere dovuto anche ai numerosi spostamenti di Jason Daniels: è cresciuto ad Helena nella Napa Valley, si è trasferito per alcuni anni a Nashville dove ha inciso il suo esordio Dashboard Visions and Rearview Reflections, infine si è spostato a Jackson in Mississippi, dove risiede da sette anni. Inoltre Jason è nipote di Paul e George Richey (marito di Tammy Wynette dal ’78 al ‘98), musicisti e produttori legati a Memphis e al country di Nashville.

Questo secondo album è un lavoro collettivo, non a caso intestato alla band formata da Jason (voce e chitarra), Rob Wicks (basso), Chris Nash (tastiere) e Murph Caicedo (batteria), che ha coprodotto il disco con Kent Bruce nei famosi Malaco Studios di Jackson. Da ricordare anche l’apprezzabile apporto degli altri collaboratori Steve Stevens (sax), Michael Laskin (organo), Jennifer Gibbons (cori) e Scott Albert Johnson (armonica). I dieci brani, tutti scritti da Jason, scorrono veloci e sembrano fatti per accompagnare un viaggio attraverso le strade blu americane. Magari non raggiungono vette di scrittura memorabili, ma sono arrangiati e suonati con cura e lasciano trasparire una sensazione di positività e di allegria rispecchiata anche dai testi.

Scritto durante i primi mesi del lockdown, Downloads From The Universe vuole essere una risposta e una reazione a questa situazione, partendo dalla convinzione che la musica abbia il potere di unire le persone e di dare speranza in momenti difficili. A questo si riferiscono l’opener I’m Not Going Down, un funky percorso dal sax e interpretato con voce suadente che invita a vivere la vita fino in fondo, It All Can Slip Away, un messaggio di ottimismo e la rilassata Music Is A Prayer sull’effetto positivo della musica. Nel funky-blues I’ve Been Ramblin’ emerge l’apporto dell’armonica nervosa di Scott Albert Johnson, mentre il pregevole strumentale 39202 è una jam dal sapore antico che ricorda i Traffic di Steve Winwood. Il disco prosegue senza scossoni, con prevalenza di tempi medi o veloci e passando per il groove funky di Be My Friend, la corale Dead And Gone, una sorta di riscrittura di After Midnight di JJ Cale e il brioso singolo Breathe, inserendo accenni di gospel nel soul sudista Get Down With You e chiudendo con l’up-tempo un po’ scontato di Prayer To The World.


    


<Credits>