La
storia dei Whiskey Myers mi ricorda quella dei Blackberry Smoke, Texani
di Palestine i primi, georgiani di Atlanta i secondi, due gruppi fortemente radicati
nel sud, protagonisti di un'ascesa lenta e costante che li ha portati con i sistemi
di una volta (passaparola, tanti concerti di supporto, numerosi tour americani
ed europei, dischi autoprodotti, scarso appoggio radiofonico) a diventare una
realtà di una certa consistenza. I Whiskey Myers non sono ancora al livello di
popolarità dei georgiani, ma se la stanno cavando egregiamente. E forse non è
un caso che entrambi suonino rock sudista, con maggiori venature country per i
Blackberry Smoke, più classico per i texani, una musica che non ha mai avuto grande
appeal mediatico, ma una solida base popolare.
Cody Cannon (voce e chitarra
acustica), Cody Tate e John Jeffers (chitarra), Jeff Hogg (batteria) e Gary Brown
(basso) hanno esordito con Road Of Life nel 2008, seguito tre anni dopo da Firewater
e nel 2014 da Early Morning Shakes, entrato nella top 10 country americana. Per
promuovere questo album hanno supportato artisti che li hanno influenzati (Lynyrd
Skynyrd, Hank Williams Jr.) ed emergenti di qualità (Jamie Johnson, Shooter Jennings).
Guidati da Dave Cobb, uno dei produttori del momento (Jason Isbell, Chris
Stapleton, Rival Sons, Sturgill Simpson…), sono tornati in studio consapevoli
dei miglioramenti conseguiti e di una compattezza invidiabile, aumentando la formazione
originale con Jon Knudson alle tastiere e violino e Tony Kent alle percussioni.
I testi di Cody parlano di gente comune, di cittadini costretti ad abbandonare
le loro radici, oppure raccontano difficili storie di frontiere come in On
The River, che apre il disco con il violino che affianca la sezione
ritmica, prima dell'entrata della voce di Cannon che richiama i grandi cantanti
rock del sud, in primis Ronnie Van Zant. Ma se nella prima parte le venature country
non mancano (e non potrebbero mancare come in tutto il southern rock) con l'entrata
delle chitarre sembra di tornare all'epoca degli Outlaws o della Marshall Tucker
Band, con la sola differenza dovuta alla brevità ed essenzialità delle parti soliste.
Le due elettriche sono toste e fiammeggianti, ma non si lanciano nelle
cavalcate che hanno caratterizzato l'epoca d'oro del genere. In qualche momento
è un limite, perchè alcune tracce non prendono il volo, pur avendo una buona base.
La cadenzata title track ha dei cori femminili che ricordano gli Skynyrd, ma è
movimentata da una pausa nella quale il ritmo rallenta e le tastiere si prendono
il loro spazio. Lightning Bugs And Rain, scritta
con Rich Robinson, è irrorata da una sezione fiati e da un suono elettroacustico,
mentre Stone è una ballata pianistica con una coda chitarristica in cui
Cody dimostra la sua duttilità vocale. Le influenze country sono evidenti in Hank
e in Trailer We Call Home, ma non mancano sprazzi di soul in Some
Of Your Love e momenti gioiosi e scanzonati nella conclusiva Good
Old Days. Un disco robusto e convincente, con solide radici nel passato e
un suono contemporaneo.