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roots rock, cowpunk di
Fabio Penza (15/04/2015)
"Three
chords and a cloud of dust..." è il marchio di fabbrica con il quale i Tim
Lee 3, a partire dal 2006, portano la loro musica in giro per gli Stati Uniti.
Lo scorso 6 marzo hanno pubblicato il loro quarto disco intitolato 33 1/3.
Forse ai più giovani non dirà nulla, ma i fanatici del vinile lo avranno già riconosciuto.
Questo valore, infatti, indica il numero di giri al minuto del disco in vinile.
Ma il motivo di questa scelta è dato anche da un secondo elemento più originale.
I due leader del gruppo, Tim Lee (ex chitarrista dei Windbreakers negli anni '80
e vocalist) e sua moglie Susan Bauer Lee (vocalist, bassista e autrice), hanno
celebrato il 33° (e un terzo) anniversario di matrimonio nella stessa data sopra
citata. Così hanno colto l'occasione per immortalare il particolare evento facendo
coincidere entrambe le cose.
33 1/3 contiene undici brani inediti registrati
a Tucson presso gli Arizona's Wavelab Studios insieme al batterista Chris Bratta,
altro componente del gruppo. Accordi semplici ed essenziali uniti alla voce tagliente
di Susan Bauer scandiscono l'hard-rocking di Baby Caught
Fire: brano di apertura del disco con un sound carico di elettricità.
Interessante dal punto di vista musicale è anche Shut
Up And Kiss Me: un blues rock cantato dai coniugi Lee con il quale
sembrano forse voler mostrare al pubblico lo spirito che ha caratterizzato la
loro unione durante questi tre decenni e più di vita insieme. Come poi
da atmosfera tipica degli anni '70 le varie Photo Booth, Magnolia Plates
e Night Takes Legs incarnano quel power pop che tanto si differenziò da
altri generi in quel periodo per il suono melodico e quei riff di chitarra essenziali
che la "British School" del decennio precedente aveva esportato in tutto il mondo.
Nella tracklist troviamo anche un brano per i più tradizionalisti e stradaioli
della West-Coast, che amano il classico sound on the road nei loro lunghi o brevi
tragitti di vita quotidiana. When Things Get Lost,
anche in questo caso interpretata dalla coppia Lee, rappresenta una ballata melodica
che induce la mente a ripercorrere col pensiero quei momenti di vita reale "quando
le cose vanno al diavolo" o sembrano andarci per davvero.
Insomma, 33
1/3 è un album con diverse sfaccettature. Contiene ritmi coinvolgenti
e melodie orecchiabili. Ciò nonostante, i diversi generi musicali presenti non
sembrano legare sempre tra loro, dando un senso di disorientamento. Da una parte
possiamo sì trovare brani interessanti e ben strutturati, ma dall'altra manca
invece quel denominatore comune che possa rendere l'ascolto lineare e continuo.
Inoltre, l'inserimento di ballate cowpunk come Daddy's Girl e (Let's
do) Something Stupid sembrano centrare poco con il resto del lavoro,
accentuando questo stato di disorientamento per chi lo ascolta.