The Used Cars - Big River's Brother Used Cars 2002 
The Used Cars - The Used Cars Used Cars 1998 
inserito 29/09/2005

Nessun errore evidentemente, le date sono quelle giuste: non si tratta di uscite recenti, ma poco importa vista la natura di questa rubrica, nata soprattutto per dare voce a realtà indipendenti, che con un po' di incoscienza e molta passione si muovono nei territori del rock'n'roll. Nel caso dei genovesi Used Cars il discorso vale doppio, perchè si tratta di una onestissima band che di certe sonorità americane sembra aver fatto una vera e propria ragione di vita. Si respira il coinvolgimento e il romanticismo, se volete anche con tutte le ingenuità del caso, nei loro due lavori autoprodotti, l'omonimo Used Cars del 1998 e il successivo Big River's Dream del 2002. Un terzo disco è in cantiere quest'anno. Il gruppo nasce sulla spinta dei fratelli Nicola e Marco Bottini, ma solo a partire dalla seconda metà degli anni novanta il progetto prende consistenza e approda ad una formazione stabile con l'ingresso di Enrico Tixi (batteria), Stefano Cocorullo (piano, organo, fisarmnica) e Marcello Dondero (chitarra solista). Come spesso accade una gavetta da cover band e qualche sogno in tasca (concerti di spalla con America, Alvin Lee e Graziano Romani), gli Used Cars decidono di fare il salto producendosi autonomamente il loro esordio. Undici brani, due sole cover e il resto del materiale composto in gran parte dal vocalist e chitarista Nicola Bottini. I riferimenti stilistici sono nitidi, l'amalgama già molto solida: Used Cars è un robusto disco di american rock classico, dalle timbriche urbane e con qualche svisata southern (vedi la cover di Whyskey Rock-a-Roller dei Lynyrd Skynyrd). Fatta eccezione per una Proud Mary decisamente abusata, non ci sono cadute di stile e preso atto degli immacabili debiti verso i modelli di riferimento, la sfacciataggine rock'n'roll di Shocking Sex, Far Lights (ricordano i Georgia Satellites) e Land or Rock, e le ballate da "fandango" come Drivin' Away e The Highway, rispolverano un immaginario su cui è difficile confondersi: qualche luogo comune forse, ma anche una notevole coesione.

Big River's Dream è il seguito più maturo e professionale delle intuizioni presenti sull'esordio, confermato anche dallla presenza di numerosi ospiti in fase di registrazione. La foga di esecuzione lascia il posto ad una cura più scrupolosa degli arrangiamenti, nonostante ci sia ancora da smussare. Già la title track, un travolgente southern rock cantato da Marco Bottini (voce solista anche nelle cover di Marie Laveau e For What It's Worth), svela questa maggiore sicurezza, con ottimi intrecci di piano e chitarre. La spinta R&B e le tonalità soul fornite da piano e organo, nella ricerca probabilmente di un sound meno grezzo, si evidenziano anche in Thinking Too Much e Flowers, seppure le concessioni ad un rock'n'roll dal taglio stradaiolo restino la prerogativa della band, facilitata nel compito anche dalla buona voce a tema di Nicola Bottini (vedi le rocciose Wild e Got no Money). A completare lo spettro delle influenze non mancano chiaramente le inflessioni sudiste della citata Marie Laveau, speziato bluesy rock con contorno di slide guitar e armonica, e quelle ballate da grandi spazi e tanto asfalto sotto le ruote (Long Breaks, proposta in due versioni, Middle of the Night). Unica nota stonata una grafica davvero un po' infelice, non solo a partire dalla copertina, ma anche all'interno del libretto, con testi spesso illegibili.
Tutti i brani presenti nei due lavori degli Used Cars sono disponibili in formato mp3 sul loro sito: per farsi un'idea ed eventualmente decidere di sostenerli acquistando un loro cd
(Fabio Cerbone)

www.theusedcars.com


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