Massimiliano Larocca
Qualcuno stanotte
[Brutture Moderne/ Audioglobe 2014]

massimilianolarocca.wordpress.com

File Under: backstreets of Florence

di Fabio Cerbone (28/04/2014)


Fatta eccezione per l'estemporaneo progetto dei Barnetti brothers, un tentativo di incrociare le diverse tradizioni d'autore italiana e americana (con Massimo Bubola, Andrea Parodi e Jono Manson), sono di fatto sei anni che il musicista fiorentino Massimiliano Larocca non lanciava segnali tangibili riguardo la sua carriera solista. Un tempo considerevole, avendo come paragone un lavoro, La breve estate, che prometteva qualcosa nel folk rock italiano, sempre pronto a rileggere con personalità il sogno americano e gli amori mai rinnegati di Larocca per la frontiera, il suono roots del Texas e tutta la grande carovana dei troubadour. È pur vero che il suo impegno non si è mai fermato: dal lodevole progetto The Dreamers fino alla celebrazione di Gaber in una serie di concerti, è rimasto sulla strada cercando probabilmente il momento giusto per aprire uno spazio nuovo alle sue canzoni.

Quel momento è arrivato grazie a Qualcuno stanotte, un album che imprime alla sua musica una sterzata a livello sonoro e anche tematico, pur senza rinnegare il percorso artistico maturato fino ad oggi. Se un cambiamento doveva esserci, naturale dopo anni di assenza, allora l'impronta che Massimiliano Larocca ha cercato in questo pugno di canzoni è da assecondare: con coraggio, anche con qualche rischio, perché no, o persino con episodi (pochi, a dire il vero) che non sempre convincono a pieno (Niente amore cede forse a troppa enfasi, Ti porto con me torna invece al passato, Invisibili è solo un breve spunto acustico), Qualcuno stanotte è un disco appassionato e di atmosfere, che si affida a piene mani alle cure produttive di Antonio Gramentieri e al sound inequivocabile dei Sacri Cuori per azzardare un rock urbano e venato di soul. Con le qualità riconosciute alla band romagnola, il loro universo unico fatto di riverberi, boogie pulsante e scenari desertici, Massimiliano Larocca si affida al destino, molla gli ormeggi e trova una chiave personale per queste canzoni, che lui stesso definisce di "amore e salvezza", trattando più del solito della vita, dei ricordi nella sua Firenze, anche di un'inedita faccia romantica che mette in chiaro la cesura, non così drammatica sia detto, con la produzione precedente, quella che guardava alla poesia, a Dino Campana, Pier Paolo Pasolini e Fabrizio De Andrè.

C'è lo schiaffo elettrico di Angelina, con un finale in crescendo alimentato dal fuoco della sezione fiati, a sancire questo mutamento di rotta. Non è neppure il brano più significativo, a voler esser sinceri, perché lì dove Qualcuno stanotte svela il suo volto più denso e intrigante sono le lunghe attraversate a bordo di ballad ricche di immaginari quali Strade perdute e La città degli angeli, o ancora tra gli anfratti notturni e waitsiani di Le luci della città. I riferimenti sembrano prepotentemente venire a galla, dallo Springsteen che scorgeva l'oscurità al limite della città al Van Morrison in preda ai suoi effluvi soul (nel finale questo binomio ritorna con la deliziosa Dopo il diluvio). Sono presenti "sbandate" per questo suono in tutto il disco: dalla più lampante Piccolo Eden, traduzione italiana di Blue Jeans & White t-shirt dei Gaslight Anthem, una band che attinge alla stessa fonte, ad una serie di brani che abbracciano il battito della città e di un rock fatto di sentimenti, memorie e pathos (Magnifici perdenti, la più privata descrizione di Sottomondo).

Il tono scuro della voce di Larocca diventa a volte un talkin' da autentico storyteller, mentre i Sacri Cuori costruiscono il vestito migliore senza uscire troppo allo scoperto o coprire le parole del protagonista: l'amalgama insomma agisce in profondità ma non stravolge la scrittura, così da lasciare la sensazione di un incontro artistico riuscito. Certo, qualcuno non potrà fare a meno di trovare nel blues dalle ficcanti tonalità noir di Scarpe da lavoro e in tanti piccoli segnali lanciati tra le canzoni, una presenza "forte" del gruppo romagnolo e dell'idea stessa di suono che esprimono Gramentieri e soci, ma appare interessante l'operazione tentata da Massimiliano Larocca in Qualcuno stanotte: guardare avanti senza perdere la propria voce, rendere manifeste le proprie ispirazioni musicali senza per questo risultare una mediazione al ribasso, ma anzi suscitando una precisa memoria rock.


    

 


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