|
Massimo
Bubola
Ballate
di terra & d'acqua
[Eccher music 2008]
Ci avviciniamo fiduciosi al nuovo lavoro di Massimo Bubola e il
risultato ripaga certamente le speranze: Ballate di terra e di acqua
stacca nettamente con il passato prossimo di Massimo; se negli ultimi
dischi avevamo assistito ad una sublimazione folk rock con ambientazioni
principalmente acustiche che avevano portato a risultati del calibro di
Segreti Trasparenti e Quel
Lungo Treno, qui ritroviamo come protagonista principale il
rock nella visione di Massimo Bubola. Atmosfere più asciutte, chitarre,
chitarre e ancora chitarre ma pensate con la cura certosina che solo Massimo
può avere, e suonate in maniera straordinaria dallo stesso autore e da
Simone Chivilò. Il drumming preciso di Joe Damiani e il basso di
Alessandro Formenti sono l'ossatura ritmica su cui poggiano queste ballate,
che rimandano al Bubola di dischi come Diavoli & Farfalle. Ci sono diversi
elementi ricorrenti nel songwriting di Massimo: la rock ballad dal passo
coinvolgente, come l'iniziale Sto Solo Sanguinando,
la tematica del doppio che ritorna ancora una volta nella sciolta Una
Chitarra per Due Canzoni, tipicamente "Buboliana"
nella progressione.
La voce di Massimo si è fatta ancora più grave, si è arricchita come un
Amarone della sua terra di corposità, calore e sfumature, lasciando un
segno ancora più marcato nell'interpretazione dei brani. Cambiano
è più immediata, senza essere semplice, bel jingle jangle chitarristico
al servizio di una melodia cantabile da subito e un testo che va in profondità;
Dolce Erica, murder ballad in minore,
si muove sulla scia di gemme analoghe disseminate lungo la carriera di
Massimo (Emmylou, l'Usignolo); Un Angelo Alla
Mia Porta,sempre elettrica ma più nella norma;
Tutti Quegli Anni intreccia chitarre acustiche ed elettriche,
per un testo che scava nella memoria e nei ricordi familiari più intimi,
sempre poggiato su una linea melodica senza cedimenti. Con Uruguay
siamo dalle parti del miglior Bubola, un'accelerata verso i vertici stilistici
della canzone d'autore, equlibrio perfetto tra musica, parole ed arrangiamento
per raccontarci del Giuseppe Garibaldi pre-Camicie Rosse. Se con la Collina
dei Ghepardi le chitarre elettriche tornano a graffiare in
una rock balllad che si mantiene egregiamente in linea con lo spessore
delle canzoni precedenti, Uno,Due,Tre
ha quel passo, questa sì da Irish folk rock, che piacerebbe a Mike Scott
per quell'andamento indolente, la tromba e la melodia che scalda il cuore.
La Canzone Dell'Assenza, più lineare,
impreziosita da inserti di pianoforte e dalla tromba di Mauro Ottolini
è l'arrivederci di Massimo Bubola.
Sullo spessore e sull'onestà intellettuale ed artistica dell'autore certo
non scopriamo oggi nulla: che il Signore ti conservi, Massimo, perché
delle tue canzoni ora più che mai c'è assoluto bisogno...
(Gabriele Buvoli)
www.massimobubola.it
|