Un’idea semplice, una selezione azzeccata e il gioco è fatto. Bluessuria,
associazione e blog che Antonio Avalle ha creato da qualche anno per diffondere
la cultura e la conoscenza del blues nel nostro paese, festeggia così una serie
di attività promozionali (soprattutto concerti e produzioni legate spesso al territorio
campano) attraverso la pubblicazione di questo vinile a tiratura limitata. Cinquecento
copie e non una di più, in rigoroso formato da 180gr (e per una volta non è fumo
negli occhi, perché suona bene, sappiatelo) che verranno vendute in esclusiva
all’interno di selzionati negozi di dischi (li elenchiamo in calce alla recensione)
nonché durante una serie di presentazioni ufficiali.
L’album raccoglie
undici brani e altrettanti esponenti della scena blues di casa nostra, dato interessante
che conferma la qualità e la crescita di un movimento il quale, assolutamente
fuori dai riflettori della stampa che conta e dalle marchette di una critica a
volte troppo attenta a fenomeni di passaggio, ha costruito in queste stagioni
un percorso artistico di assoluto valore internazionale. Insomma, la scena blues
italiana gode di buona salute, “imita” sempre meno le fonti di ispirazione originale
e anche quando affronta materiale tradizionale (come avviene in queste undici
tracce) lo fa con una personalità fresca e indipendente, una capacità di maneggiare
la materia che dimostra pronfodo amore per il genere, indubbie qualità tecniche
e di interpretazione. Se aggiungiamo il fatto che Bluessuria ha
riunito nel progetto alcuni nomi già affermati a livello europeo (si pensi a Veronica
Sbergia e Max De Bernardi) e vecchie volpi del circuito blues nazionale (un sempre
ispirato Angelo Leadbelly Rossi), risulta difficile non fare centro.
E
in effetti le due facciate, tra autografi e cover, tutti inediti incisi per l’occasione,
lasciano un sapore speziato e genuino in bocca, affrontando da diverse sensibilità
la sceneggiatura del blues. In generale è confermata la predilezione dei nostri
musicisti per quelle forme più grezze e rurali del genere, ai confini tra acustico
ed elettrico, con un forte richiamo alle fondamenta giù nel Mississippi fino alla
“sporcizia” del primitivo Chicago blues elettrico. Si parte immersi nella potenza
della tradizione con l’abbaliante versione dal vivo di
Rocks & Gravel da parte di Veronica Sbergia, qui accompagnata dal solo
Dario Poleari al contrabbasso: scintille. Lino Muoio e il suo interessante lavoro
di ricerca sull’inusuale strumento del mandolino nel blues ci conduce con Blue
Train in ambientazioni più roots, mentre torna ad alzarsi la temperatura elettrica
con Hole in Your Soul
da parte dei Nerves & Muscles. La promettente coppia artistica formata
da Angela Esmeralda e Sebastiano Lillo rivisita il traditional Green Sally Up
intitolandolo Dolly, ancora in chiave rurale, l’Henry Blues Duo affronta
con buoni risultati e il dovuto rispetto il classico Keep Your Eyes on the
Prize, e infine il citato duo Sbergia-De Bernardi chiude il primo lato con
una impeccabile Mother’s Last Words to Her Son,
gospel blues a firma Washington Phillips.
Ripescaggi intriganti, scelte
che denotano gusto, come già si anticipava, e anche il lato B prosegue su questo
sentiero, forse leggermente meno coraggioso nelle interpretazioni di Going
Up the Country degli storici bluesmen napolatani Blue Stuff e di Go Buddy
di Guido Migliaro & The Juke Joint, ma bilanciato da una spiritata Sometimes
My Soul Is a Foreign Land dei T-Roosters di Paolo Cagnoni e Tiziano
Galli, dal menzionato Angelo Leadbelly Rossi in Cat Squirrel, puro squarcio
di rauco downhome blues, e dall’acustico Mauro Ferrarese, che conclude il viaggio
di Bluessuria (“l’abbandono lascivo al piacere del blues”, come sottolineano le
note dell’omonimo blog) con April 26th.
Il vinile di Bluessuria
lo trovate in esclusiva presso Buscemi
dischi, Milano e Zig
Zag, San Donato Milanese.