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"I poeti ci ricordano i sogni, i fuorilegge li mettono in
pratica." (Tom Robbins, 1980) Fabio
Cerbone
Fuorilegge
d’America Hank Williams, Johnny Cash, Steve Earle
[Selene Edizioni, Collana Distorsioni] pp. 156, € 12,80 Prefazione
a cura di Dave Alvin -
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SCHEDA DESCRITTIVA
La cronaca americana, la stessa storia quotidiana che ha edificato quella
nazione che chiamiamo Stati Uniti d’America, è percorsa da una serie di miti indistruttibili,
uno di questi è il mito del fuorilegge. Brutale e affascinante al tempo stesso,
usa le armi e uccide giocando con il suo destino e quello di chi lo circonda,
ma soprattutto insegue anche lui, come tutti, il “sogno americano”, la frontiera,
quella terra promessa di felicità e realizzazione che è quasi un diritto di nascita
per ogni cittadino degli USA. Prima di altri però si accorge che quella promessa
è un’illusione, e allora si sente solo e perseguitato, diventando la coscienza
sporca della nazione, il vero testimone di una sconfitta. C’è un sottile filo
rosso che unisce le grandi figure, ai confini fra storia e leggenda, dei fuorilegge
del West americano, da Billy the Kid a Jesse James e John Wesley
Hardin, e quelle dei cosiddetti “ribelli di Nashville”, musicisti americani,
cantautori armati soltanto di una chitarra e di molte parole, che hanno tradotto
nel mondo del rock’n’roll e del country lo spirito di indipendenza e anarchia
che animava i primi, soverchiando le regole e le immagini preconfezionate imposte
dall’industria discografica. Fuorilegge D'America vuole raccontare
queste linee parallele, ripercorrendo le tappe più significative e gli eventi
di svolta che hanno segnato le personalità di questi musicisti, mettendo in luce
le enormi contraddizioni, le clamorose cadute e le altrettanto rocambolesche risalite
della loro carriera. Seguendo un percorso che è al tempo stesso cronologico e
tematico, Fuorilegge D'America incrocia i destini di Hank Williams, Johnny
Cash, Steve Earle e molti altri prima e dopo di loro. Tra follia e
spiritualità, ribellione e poesia, votati tanto all’autodistruzione quanto alla
redenzione, hanno cantato un’Altra America, quella delle anime perse, degli sconfitti,
dei marginali, di chi per indole o per necessità ha dovuto varcare il confine
tra la legge e la sua violazione Recensione
e speciale "Fuorilegge d'America" |