Roger
McGuinn
Roger McGuinn & Band
Cardiff Rose
[BGO/
IRD 2007]
Dopo l'accoppiata dei primi due album
ripubblicati tre anni fa, continua il recupero del catalogo di Roger McGuinn
ad opera della BGO, stavolta fautrice dell'unione del terzo e quarto capitolo
della sua breve saga solistica. Paradossalmente, pur andando in rigoroso ordine
cronologico, stavolta si ha la particolare situazione di unire in un unico cd
l'episodio forse più trascurabile (Roger McGuinn & Band del 1975)
e quello forse più memorabile (Cardiff Rose del 1976) della controversa
vita musicale del McGuinn anni settanta. Ma andiamo con ordine: nel 1972 McGuinn
a furia di licenziare geni ingombranti (Crosby, Clark, Parsons, Hillman, ecc..)
decide che la storia dei Byrds è giunta al termine. Dopo l'indecorosa marchetta
della reunion del quintetto originale del 1973, Roger pubblica un promettente
disco di esordio nello stesso anno, acclamato per la sua capacità di destreggiarsi
tra tanti stili diversi ma con scarsi esiti commerciali. Peace On You del
1974 venne però sbeffeggiato per il suo strizzare l'occhio alla West Coast più
zuccherosa degli America e di Dan Fogelberg (anche se è un titolo che merita una
certa rivalutazione) e così arriviamo al 1975. In quell'anno Bob Dylan invita
il nostro eroe a partecipare al carrozzone della Rolling Thunder Revue e di conseguenza
la Columbia spinge McGuinn a registrare in fretta e furia un album per supportare
il ritorno pubblicitario che il tour avrebbe sicuramente avuto.
Il produttore
John Boylan (l'uomo che tre anni prima, scoprendo Linda Rondstadt, aveva
avuto anche il lampo di genio di fare dei suoi session-men un supergruppo chiamato
Eagles) decise che se l'immagine da romantico e slavato cantautore del precedente
sforzo aveva fallito nelle charts, era ora di ridare una pitturata di rock alla
musica di Roger e di affiancargli una vera rock-band adatta allo scopo. La band
del titolo era formata dagli ex Cold Steel (una country-rock band con un
solo album all'attivo) Greg Attaway alla batteria e David Lovelace
alle tastiere e dal bassista degli Stories Steve Love. Sebbene sia un abum
piacevole all'ascolto e con un McGuinn particolarmente in forma nella veste di
unico chitarrista di casa, il disco soffre la debolezza di un materiale messo
insieme alla rinfusa chiedendo contributi ai singoli membri della band: così il
banale fm-rock dell'iniziale Somebody Loves You
era opera di Love, la melodica Painted Lady
era farina del sacco di Attaway mentre la byrdsiana Circle
Song era fornita da Lovelace. Il produttore Boylan portò in dote il
blues-rock di Bull Dog e l'anonima So
Long, ma quello che veramente latitò nella creazione della scaletta
era lo stesso McGuinn, che si presentò con soli due nuovi brani (l'evanescente
Lisa e la piacevole Easy
Does It). Per dare corpo al disco si decise così di cercare i singoli
di successo nel materiale di riciclo, per cui ecco servita una versione rock della
splendida Lover Of The Bayou, un brano che
McGuinn non aveva mai smesso di riproporre fin dalla sua pubblicazione su Untitled
dei Byrds nel 1970. Secondo riciclo fu Born To Rock And
Roll, brano scritto e registrato per Farther Along dei Byrds, pubblicato
e maltrattato nel disco The Byrds del 1973 e quindi giunto alla sua terza e definitiva
versione in questa rocciosa release. Si chiude con una versione di Knocking
On Heaven's Door che oggi suona tra le più stanche e inutili tra le
mille esistenti, ma che ad onor del vero fu forse una delle prime rivisitazioni
del classico dylaniano insieme a quella reggae di Clapton.
Altra storia
invece Cardiff Rose: galvanizzato dall'esperienza con il circo musicale
di Dylan, un McGuinn pienamente rinvigorito registrò finalmente un disco maturo
e convincente. Sempre con la collaborazione del fido paroliere Jacques Levy
(che aveva collaborato anche alla stesura di Desire di Dylan) Roger scrisse alcuni
brani come Round Table e Take
Me Away, nulla di trascendentale se volete, ma composizioni che semplicemente
ben si sposavano con il nuovo taglio da rocker del suo percorso. Ma il vero regalo
che la Rolling Thunder Revue fece a Roger fu quello di fargli incontrare la fantastica
sei corde di Mick Ronson, che contribuirà al disco non solo con i suoi
puntuali ed essenziali assoli, ma producendolo con quel gusto rock che mancava
al padrone di casa. Notevoli sono anche Partners In Crime
(dedicata all'attivista politico Abbie Hoffman) per la sua struttura
e la dolce ballata Friend, mentre l'alto tasso
elettrico del disco trova pieno sfogo in Rock And Roll
Time, scritta a quattro mani con Kris Kristofferson. Ma il capolavoro
arriva con Jolly Roger, una canzone da bucanieri
a metà tra tradizione irlandese e country che rappresenta uno dei più convincenti
esperimenti di un artista che in seguito non avrà mai più lo stesso coraggio (o
semplicemente la voglia) di mettersi così alla prova su territori diversi. Ottime
anche le cover del disco: Dreamland di Joni
Mitchell perde il suo gusto tribale dell'originale ma acquista qualcosa in impatto
melodico, il traditional Pretty Polly riavvicinò
il nostro a quel sentiero della tradizione che oggi continua a percorrere nelle
registrazioni casalinghe che vende solo via internet. Ultima citazione per la
splendida resa di Up To Me, vale a dire la
prima stesura della dylaniana Tangled Up In Blue, un brano pienamente nelle corde
di Roger.
L'unica cosa che mancò fu un singolo di successo, cosa che rese
ingiustamente il disco il meno venduto della sua carriera solista, un disastro
che spinse la Columbia a non rinnovargli uno storico contratto. Cardiff Rose rappresentò
comunque, con il disco di esordio del 1973, il momento più interessante di una
storia solista per certi versi deludente se misurata con il peso che il personaggio
ha avuto sulla canzone americana. Ironia della sorte vuole che Thunderbyrd del
1978, l'ultimo disco che McGuinn licenzierà per la major, pur non confermando
i livelli di Cardiff Rose, servirà a Roger per trovare l'ultimo hit single della
sua carriera in quella American Girl che porterà alla ribalta per la prima volta
il nome di Tom Petty…ma questa è già un'altra storia. (Nicola Gervasini)
www.ibiblio.org/jimmy/mcguinn
www.bgo-records.com
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