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Lefty Frizzell
Saginaw Michigan; The Sad Side of Love; Puttin' On
[Morello/ Cherry Red 2021]

Sulla rete: cherryred.co.uk

File Under: honky tonk man

di Fabio Cerbone (19/05/2021)

Stilista del suono honky tonk dalla voce di velluto, un fraseggio inimitabile che ha influenztao generazioni intere di musicisti, primo fra tutti un suo riconoscente discepolo come Merle Haggard, Lefty Frizzell rappresenta, insieme a Hank Williams, l’architetto della country music nella sua età dell’oro del Dopoguerra. Un successo folgorante e brevissimo, che nell’arco di tre o quattro anni al massimo, agli albori dei Cinquanta, lascia in eredità una manciata di classici divenuti dei veri e propri standard (l’immortale If You've Got the Money (I've Got the Time), Always Late (With Your Kisses), I Want to Be with You Always, soltanto per citare alcuni numeri uno). Se la figura dell’amico/rivale Hank Williams è il prototipo del fuorilegge, dell’artista country tormentato che scava nell’oscurità americana, vita intensa e uscita di scena tragica, Frizell è in qualche modo il suo contraltare più romantico e appassionato.

Una rivalità tuttavia solo di facciata ( i due andranno anche in tour insieme, entrando nel carrozzone della cosiddetta Grand Ole Opry) e una contrapposizione più apparente che reale, perché Frizzell, figlio povero di un lavoratore del settore petrolifero, cresciuto fra Texas e Arkansas, vanta un’esistenza altrettanto tribolata e numerosi guai con la legge, tali da renderlo un autentico prototipo dell’outlaw: nel numeroso elenco sono da annoverare un arresto a diciannove anni per avere “consumato” con la futura moglie, allora minorenne (l’episodio si ripeterà anni dopo con una sua fan, in una camera d’albergo di Little Rock), svariati incidenti automobilistici in stato di ubriachezza, show finiti in rissa e cacciate furiose per opera dei gestori della citata Grand Ole Opry. Sono il suo aspetto bonario (nulla a che fare con lo scavato Hank) e il portamento aggrazziato della sua voce a tradire di primo acchitto: Lefty - la leggenda narra così soprannominato per la forza del suo pugno sinistro durante le risse giovanili negli anni della scuola - ha il solo “torto” di avere vissuto più a lungo di Williams (scomparso nel 1953 all’apice del successo), perpetrando una lenta agonia artistica fino al luglio del 1975. Frizzell morirà infatti a soli 47 anni per un attacco di cuore, consumato dalla dipendenza dall’alcol e da un’esistenza di sperperi che faranno letteralmente volatilizzare i guadagni di un’intera carriera.

Quest’ultima aveva terminato la prima trionfale scalata al successo verso la metà dei Cinquanta, travolta dall’avvento del primo rock’n’roll e dalla volontà testarda di Frizzell, sempre ribadita in seguito, di non piegarsi alle nuove mode, restando semmai fedele a quel suono honky tonk raffinato e popolare al tempo stesso che aveva costruito insieme alla sua band, i Western Cherokees (poi Tune Toppers), e i produttori Jim Beck e Don Law, gli stessi che lo portarono con insistenza nella scuderia del prestigioso marchio Columbia. Sarà un brano in particolare, Saginaw, Michigan, sorta di saga blue collar riguardante un amore costruito sul contrasto fra classi sociali, firmato da Bill Anderson e Don Wayne, a riportare inaspettatamente in auge il nome di Lefty nel 1964, il suo ultimo “number one” in classifica, che si trascina appresso l’omonimo album.

A quella seconda vita discografica di Frizzell è dedicata questa economica (note essenziali) ma benemerita ristampa della Morello, marchio della specializzara Cherry Red records dedito a curiose ristampe di classici dimenticati della country music. Nella formula vantaggiosa dei tre dischi in doppio cd, a cui si aggiungono una discreta coda (ben quindici brani!) di singoli e outtake risalenti allo stesso periodo, tornano alla luce per la prima volta in digitale tre album degli anni Sessanta: il suddetto Saginaw, Michigan del 1964, piccolo gioiello di tremori honky tonk e ballate country dall’animo operaio, e i più o meno contemporanei The Sad Side of Love del 1965 e Puttin’ On del 1967, finiti presto e a torto nel dimenticatoio. A testimoniare una costante prolificità del musicista, mai venuta meno anche in tempi poco fortunati a livello di vendite, questi album confermano la grazia di Frizell in studio di registrazione, circondato da musicisti di prima scelta come Grady Martin alle chitarre acustiche, Pete Drake alla steel guitar e Floyd Cramer al piano.

Se avete un debole per il linguaggio country più classico, dentro questi dischi pur infarciti di qualche brano di contorno o semplici singoli ignorati, scoprirete autentiche delizie quali There’s No Food in This House (sceneggiatura da Grande Depressione che sarebbe piaciuta proprio a Haggard), James River, la pantomima dell'abbandono di Hello to Him (Goodbye to Me), e ancora una She’s Gone Gone Gone firmata da Harlan Howard che anticipa lo stile di Buck Owens, A Little Unfair, fino agli ultimi infruttuosi 45 giri di An Article of Life e Watermelon Time in Georgia, registrati fra il 1968 e il 1970. Allora forse rivitalizzato dalla nascente onda del nuovo country, rappresentato da alcuni suoi alunni come Merle Haggard, George Jones o Willie Nelson, tutti in qualche modo debitori della sua lezione, ma al tempo stesso frustrato dallo scarso sostegno della Columbia, che sembrava non credere in un artista un po’ ingestibile, Lefty Frizzell avrebbe lasciato l’etichetta nel 1973 firmando un nuovo contratto con la ABC per due ulteriori album, quelli che si sarebbero rimasti gli ultimi della sua accidentata esistenza
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