Stilista del suono honky
tonk dalla voce di velluto, un fraseggio inimitabile che ha influenztao
generazioni intere di musicisti, primo fra tutti un suo riconoscente
discepolo come Merle Haggard, Lefty Frizzell rappresenta, insieme
a Hank Williams, l’architetto della country music nella sua età dell’oro
del Dopoguerra. Un successo folgorante e brevissimo, che nell’arco di
tre o quattro anni al massimo, agli albori dei Cinquanta, lascia in
eredità una manciata di classici divenuti dei veri e propri standard
(l’immortale If You've Got the Money (I've Got the Time), Always
Late (With Your Kisses), I Want to Be with You Always, soltanto
per citare alcuni numeri uno). Se la figura dell’amico/rivale Hank Williams
è il prototipo del fuorilegge, dell’artista country tormentato che scava
nell’oscurità americana, vita intensa e uscita di scena tragica, Frizell
è in qualche modo il suo contraltare più romantico e appassionato.
Una rivalità tuttavia solo di facciata ( i due andranno anche in tour
insieme, entrando nel carrozzone della cosiddetta Grand Ole Opry) e
una contrapposizione più apparente che reale, perché Frizzell, figlio
povero di un lavoratore del settore petrolifero, cresciuto fra Texas
e Arkansas, vanta un’esistenza altrettanto tribolata e numerosi guai
con la legge, tali da renderlo un autentico prototipo dell’outlaw: nel
numeroso elenco sono da annoverare un arresto a diciannove anni per
avere “consumato” con la futura moglie, allora minorenne (l’episodio
si ripeterà anni dopo con una sua fan, in una camera d’albergo di Little
Rock), svariati incidenti automobilistici in stato di ubriachezza, show
finiti in rissa e cacciate furiose per opera dei gestori della citata
Grand Ole Opry. Sono il suo aspetto bonario (nulla a che fare con lo
scavato Hank) e il portamento aggrazziato della sua voce a tradire di
primo acchitto: Lefty - la leggenda narra così soprannominato per la
forza del suo pugno sinistro durante le risse giovanili negli anni della
scuola - ha il solo “torto” di avere vissuto più a lungo di Williams
(scomparso nel 1953 all’apice del successo), perpetrando una lenta agonia
artistica fino al luglio del 1975. Frizzell morirà infatti a soli 47
anni per un attacco di cuore, consumato dalla dipendenza dall’alcol
e da un’esistenza di sperperi che faranno letteralmente volatilizzare
i guadagni di un’intera carriera.
Quest’ultima aveva terminato la prima trionfale scalata al successo
verso la metà dei Cinquanta, travolta dall’avvento del primo rock’n’roll
e dalla volontà testarda di Frizzell, sempre ribadita in seguito, di
non piegarsi alle nuove mode, restando semmai fedele a quel suono honky
tonk raffinato e popolare al tempo stesso che aveva costruito insieme
alla sua band, i Western Cherokees (poi Tune Toppers), e i produttori
Jim Beck e Don Law, gli stessi che lo portarono con insistenza nella
scuderia del prestigioso marchio Columbia. Sarà un brano in particolare,
Saginaw, Michigan, sorta di saga
blue collar riguardante un amore costruito sul contrasto fra classi
sociali, firmato da Bill Anderson e Don Wayne, a riportare inaspettatamente
in auge il nome di Lefty nel 1964, il suo ultimo “number one” in classifica,
che si trascina appresso l’omonimo album.
A quella seconda vita
discografica di Frizzell è dedicata questa economica (note essenziali)
ma benemerita ristampa della Morello, marchio della specializzara Cherry
Red records dedito a curiose ristampe di classici dimenticati della
country music. Nella formula vantaggiosa dei tre dischi in doppio cd,
a cui si aggiungono una discreta coda (ben quindici brani!) di singoli
e outtake risalenti allo stesso periodo, tornano alla luce per la prima
volta in digitale tre album degli anni Sessanta: il suddetto Saginaw,
Michigan del 1964, piccolo gioiello di tremori honky tonk e
ballate country dall’animo operaio, e i più o meno contemporanei The
Sad Side of Love del 1965 e Puttin’ On del 1967,
finiti presto e a torto nel dimenticatoio. A testimoniare una costante
prolificità del musicista, mai venuta meno anche in tempi poco fortunati
a livello di vendite, questi album confermano la grazia di Frizell in
studio di registrazione, circondato da musicisti di prima scelta come
Grady Martin alle chitarre acustiche, Pete Drake alla steel guitar e
Floyd Cramer al piano.
Se avete un debole per il linguaggio country più classico, dentro questi
dischi pur infarciti di qualche brano di contorno o semplici singoli
ignorati, scoprirete autentiche delizie quali There’s No Food in
This House (sceneggiatura da Grande Depressione che sarebbe piaciuta
proprio a Haggard), James River, la pantomima dell'abbandono
di Hello to Him (Goodbye to Me), e ancora una She’s Gone Gone
Gone firmata da Harlan Howard che anticipa lo stile di Buck Owens,
A Little Unfair, fino agli ultimi infruttuosi 45 giri di An
Article of Life e Watermelon Time in Georgia, registrati
fra il 1968 e il 1970. Allora forse rivitalizzato dalla nascente onda
del nuovo country, rappresentato da alcuni suoi alunni come Merle Haggard,
George Jones o Willie Nelson, tutti in qualche modo debitori della sua
lezione, ma al tempo stesso frustrato dallo scarso sostegno della Columbia,
che sembrava non credere in un artista un po’ ingestibile, Lefty Frizzell
avrebbe lasciato l’etichetta nel 1973 firmando un nuovo contratto con
la ABC per due ulteriori album, quelli che si sarebbero rimasti gli
ultimi della sua accidentata esistenza.