Fairport
Convention with Sandy Denny Ebbets Field 1974
[ItsAboutMusic.com 2011]
Di
raschiare il fondo del barile sembra proprio che i fanatici delle memorabilia
rock non siano mai stanchi, ma spesso poi sono gli stessi musicisti che cercano
di riproporre il proprio mito riesumando registrazioni che hanno più carattere
di documento storico che di imperdibile opera artistica. Ebbets Field 1974
è sicuramente uno di questi casi. Promotore dell'edizione è Jerry Donahue,
colui che dal 1972 al 1975 sostituì Richard Thompson alla chitarra solista nei
Fairport Convention, prima di darsi ad una carriera da session-man e tour-musician.
La storia di questo live è raccontata nelle note da Dean Sciarra, presidente della
ItsAboutMusic.com che pubblica il cd. E' lui che ha ritrovato le registrazioni
di due concerti tenuti dai Fairport Convention in Colorado il 23 e 24 maggio del
1974, ed è lui che li ha dati a Donahue nella speranza che riuscisse a ripulirli
quanto basta per una riedizione ufficiale.
Operazione più o meno riuscita
vista la discreta qualità del cd, che esce a nome Fairport Convention with
Sandy Denny in quanto lei non era ancora ufficialmente rientrata nel gruppo,
nonostante avesse già riallacciato i rapporti pochi mesi prima per un breve tour
da cui venne tratto l'album Fairport Convention Live del 1974 (s'intitola A Moveable
Feast in alcune edizioni), naturale esito del suo matrimonio con Trevor Lucas.
Sono dunque queste le prove generali per la vera e propria reunion in studio che
produrrà il deludente Rising For The Moon del 1975. D'altronde la situazione nel
1974 non era rosea per nessuno: persi la Denny e Thompson, i Fairport Convention
rimasti (oltre a Donahue, Trevor Lucas, Dave Swabrick, Dave Pegg e Dave Mattacks)
avevano dato vita ad una serie di album di poco successo (Nine e Rosie del 1973),
mentre la promettente carriera solista di Sandy Denny aveva prodotto due dischi
meravigliosi, ma con vendite decisamente al di sotto delle aspettative. La rimpatriata
fu insomma un modo per sopravvivere e sfruttare gli ultimi fuochi di successo
del brit-folk (gli Steeleye Span al contrario dominavano ancora le classifiche
in quegli anni), prima di entrare nella stagione del revival.
La scaletta
si alterna equamente tra derivati dei dischi di Sandy Denny (che apre la serata
con la bellssima Solo, ai tempi ancora inedita
perché pubblicata il mese successivo sull'album Like an Old Fashioned Waltz),
e i brani della band. In ogni caso non si può notare che il prodotto rappresenta
in un certo senso un doppione del live del 1974, visti i molti brani in comune,
come una lunga Sloth, dove Donahue prova coraggiosamente
a far dimenticare la clamorosa performance di Richard Thompson nell'originale,
lo strumentale Fiddlestix, utile a tributare
applausi per la bravura di Swarbrick, la stessa Solo e John
The Gun della Denny, la cover dylaniana di turno di Down
In The Flood e classici come Dirty Linden.
Ovvio che trattandosi di una nuova registrazione di un'artista che morirà da lì
a pochi anni, acquista un grande valore, ma è evidente che le lunghe versioni
di Who Knows Where The Time Goes e I'll
Take a Long Time qui presenti servono solo a spargere qualche lacrima
in più, ma non riescono a sostituirsi ad altre presenti sul mercato sia nei dischi
originali che nei cofanetti dedicati alla Denny.
Ebbets Field 1974
è dunque un prodotto che non aggiunge nulla se non un bel lavoro di ripulitura
di quello che ha tutta l'aria di essere un bootleg già in circolo da tanto tempo.
Serve quindi ad alimentare il feticismo degli hard-fans, ma non si pone come titolo
di punta per riscoprire una fantastica epopea artistica, che qui è oltretutto
catturata in pieno tramonto. (Nicola Gervasini)