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Nina Simone
Fearless music

- a cura di Donata Ricci -

Gianni Del Savio
Nina.
La storia musicale e politica di Nina Simone
[ShaKe edizioni, pp.160]

Leggere Gianni Del Savio su Nina Simone è un po’ come ascoltare Gianni Mura quando dissertava di ciclismo. Basterebbe questo per rendere indispensabile la nuova pubblicazione a cura di uno dei massimi esperti di black music, su una delle più grandi musiciste che la storia contemporanea annoveri e della quale nel 2023 ricorrono vent’anni dalla scomparsa. In queste pagine c’è molto più di ciò che sarebbe lecito aspettarsi da una biografia: c’è il contesto, valore aggiunto non sempre presente nelle opere monografiche. E che contesto. Come enuncia il titolo, qui non si narra soltanto la storia musicale della divina pianista di Tryon - colei che aspirava a diventare “la più grande pianista classica nera” - ma anche le sue pulsioni politiche, che la portarono ad aderire con determinazione al movimento di liberazione afroamericano, particolarmente effervescente negli anni ’60, esattamente quando l’artista andava affermandosi.

La vicenda personale fluisce con naturalezza nello scenario socio-politico della società nordamericana, con particolare attenzione alle frizioni razziali. Uno dei piaceri di questa lettura sta infatti nella possibilità di alternare l’ascolto di un brano all’apprendimento di un passaggio storico, che sia un’azione delle Pantere Nere oppure un discorso di Malcolm X o di Stokely Carmichael, l’amicizia con Langston Hughes, James Baldwin e Lorraine Hansberry, o l’incontro in carcere con Angela Davis. Su tutto aleggia la blackness, orgoglio di razza e maledizione al tempo stesso: quella condizione che indirizza l’esistenza di Nina già a partire dal quel “Rejected” (respinta) vergato dal Curtis Institute di Philadelphia quando, ancora ragazzina, si vede negata una carriera da musicista classica a causa del colore della pelle.

E anche se non è matematicamente quantificabile l’impatto degli accadimenti personali sulle direzioni future, quel rifiuto si dimostrerà in seguito provvidenziale, determinando una reazione potente e trasformando la crisalide Eunice Waymon nella farfalla multicolore Nina Simone: senza posa, poliedrica, assetata di rivendicazione razziale tanto da arrivare ad utilizzare i palcoscenici come luoghi di incitamento alla rivolta. Come accadde nell’agosto del ’69 quando all’Harlem Cultural Festival – avvenimento in parte oscurato dal contemporaneo Woodstock, ma di enorme portata – pronunciò, con un’attitudine da rapper ante litteram assimilata dai Last Poets, il celebre “Are you ready?” (Siete pronti a uccidere, se necessario?) Come non ammirare tanta audacia, peraltro pienamente coerente con la dichiarazione di NON essere “non violenta”? Eppure, dietro lo sguardo assertivo, ecco spuntare il disarmo delle difese personali, le mille fragilità nascoste (ma nemmeno tanto) e le spigolosità di un carattere talvolta abrasivo ma pur sempre bisognoso di protezione. E come non amare le sue fughe, geografiche e spirituali? Artista di estremi, capace di migrare in pochi secondi dal rimbrotto rivolto a un pubblico disattento a una dolcezza interpretativa da vertigine. Probabilmente la stessa vertigine provata da Sam Shepard, che in Motel Chronicles la descriveva così: “La sua esecuzione (Pirate Jenny n.d.r.) puntava diritta alla gola di un pubblico bianco. Poi mirava al cuore. Infine alla testa”.

Gianni Del Savio non giudica, non eroicizza, non costringe il lettore alla propria visione; al contrario, pur non rinunciando a una narrazione incisiva, lascia spazio alle opinioni personali: ogni lettore potrà incontrare la propria Nina. Ma il suo affetto per la Simone si percepisce tutto, insieme alla vastissima competenza in materia, con il risultato di un equilibrio narrativo raro che darà soddisfazione tanto al neofita quanto all’appassionato che desideri espandere le proprie conoscenze: entrambi disporranno di una copiosa messe di informazioni discografiche, bibliografiche, documentaristiche e filmiche (le numerose colonne sonore in cui trova posto), oltre ad un consistente numero di link di approfondimento, a conferma della rigorosità metodologica dell’autore.

Impresa non facile raccontare la complessità di questa artista. Basti il fatto che la sua musica non è incasellabile in categorie e che solo per praticità logistica può essere collocata negli scaffali jazz, anche se l’interessata storceva il naso: “Jazz è un termine usato dai bianchi per definire il popolo nero”. Con buona pace di un ammirato Miles Davis che si chiedeva “Ma come fa?” davanti alla “dualità esecutiva” della nostra la quale, mentre cantava Ne me quitte pas stava già librandosi su un altro tema pianistico. Se proprio dobbiamo inventarci una definizione opterei per fearless music: musica impavida che non esita a farsi strumento di lotta politica, né teme di miscelare Bach con George Harrison, Jacques Brel con Jerry Jeff Walker, Dylan con i Bee Gees. Del resto – sono parole sue – come si può essere artisti e non riflettere i propri tempi? E se l’”eterno enigma artistico” origina dall’incontro tra genialità e tortuosità caratteriale, è significativo il botta e risposta con la giornalista Maya Angelou quando, in cerca di una spiegazione alla sua spiazzante complessità, le chiese “What happened, Miss Simone?” (Cos’è successo?) La risposta fu un solo vocabolo: “America”.


Incontro con l'autore
Libreria Cremasca - Sabato 30 settembre 2023 alle ore 17.00, nelle scuderie di Palazzo Terni de’ Gregorj (via Dante Alighieri, 20 - Crema), Gianni Del Savio, intervistato da Donata Ricci, presenterà il libro Nina. La storia musicale e politica di Nina Simone


    


 


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