Sam Shepard
Una pura odissea americana

a cura di Marco Denti

In superficie, Sam Shepard appare come un commesso viaggiatore, un soggetto all american che suona alla porta con un bel catalogo di proposte: piéce, racconti, film, canzoni, appunti, cinema, teatro, rock'n'roll. Collegando le diverse forme, la visione è sempre la stessa, quella di un testimone oculare che ha individuato alcuni momenti singolari della cultura americana del ventesimo secolo, persino un'area specifica, il West, e l'ha trasformata in una versione dei propri tormenti esistenziali. I suoi e i nostri. Dentro. Fuori. Come drammaturgo, prima di tutto, è come se procedesse "in parallelo", contiguo ai suoi personaggi, molto "dentro" e molto "fuori". Per dire, non ha la visione complessiva e in prospettiva di David Mamet, ma il suo resta un punto di vista particolare, di sicuro molto personale. Guarda da fuori, e vede dentro. E viceversa. Un meccanismo sviluppato alla perfezione per una letteratura di contrasti, di conflitti, di contraddizioni: la strada (forever and ever) e l'immobilità, il presente e il passato, uomo e donna, luce e buio, vero e falso. Sempre sul confine, che è (sì) quello reale del border, ma è anche una frontiera tra le persone, tra chi siamo e chi vorremmo essere. Si procede per impressioni, piccoli sprazzi che possono essere scambiati per poesia, ballate o soltanto una serie di Polaroid, una sequenza di riff degli Stones, di accordi di Bob Dylan, di versi di Lou Reed. La fonte è lo scorrere delle immagini davanti e attorno al parabrezza, un'ombra, un miraggio o una "cracked rear view" per dirla con John Hiatt , una vista inafferrabile perché "il passato è questo istante che fugge".

Scrivere, aiuta e come diceva Sam Shepard nel 2010: "Per me la cosa fondamentale è sentire che il mio interesse per lo scrivere cresce in modo costante. Non solo come mestiere, ma come canale per esplorare le cose che nessuno racconta, descrive. Ha più a che fare con la scoperta. Solo allora scrivere diventa un mestiere: sai di essere sulle tracce di qualcosa e non sai bene cosa sia". Andarsene è sempre la scelta ideale (non la migliore): è quasi inevitabile e la fuga è la strada anche se poi c'è, altrettanto ineluttabile, una stanza ad aspettare, quel capolinea raccontato in Motel Chronicles (ilSaggiatore): "Il vento soffia da tre giorni di fila. I nostri migliori amici si stanno separando. Gli innamorati chiamano casa nostra cercando di rintracciarsi a vicenda. La polvere soffia sulla nostra terra. Ogni porta del luogo sbatte in continuazione. Sbatte il frigorifero. Tintinnano tutte le finestre. Non si fa che preparare caffè. Nel seminterrato c'è un ticchettio di macchina da scrivere. (Qualcuno che butta giù qualcosa.) L'intera città è in tumulto, ma solo di notte. In questi giorni ho fantasie di partenza. Ma mi sono visto quando parto. Ho già visto me stesso".

Più che il viaggio, l'auto, il motel che è ormai casa, Sam Shepard sta illustrando la solitudine, sta riordinando il fallimento, sta spiegando che c'è una frontiera che attraversiamo tutti i giorni, e continuiamo a guidare. La strada resta il luogo d'elezione degli outsider e l'omaggio a Jack Kerouac in La luna del falco (Feltrinelli) è sufficiente nei secoli a venire: "Dal fondo della macchina mi arriva un odore come di gomma bruciata poi si trasforma in un odore di sciroppo dolce di acero. E' strano perché quando odora di gomma bruciata io mi preoccupo e sto in tensione e mi chiedo se ce la faremo. Quando diventa zucchero d'acero mi rilasso e sono proprio contento di essere di nuovo in strada. On The Road, On The Road, On The Road. Un dolore come una pugnalata allo stomaco. Jack Kerouac è morto così. Canadese del Quebec. Io sono diretto in Canada. Patria di Jack. Il suo stomaco esplose e sanguinò per via degli eccessi. Io sono tre giorni che non bevo un goccio. Forse ho bisogno di un cicchetto. Del Navy Rum Alcool al 90%. Basta per ammazzare un cavallo".

Rispetto agli alfieri della Beat Generation, la strada si estende in tutta la sua lunghezza, con l'amarezza e il disorientamento di missioni perdute o dimenticate. E' il luogo senza arrivo o partenza, e Kerouac tornerà nell'associazione con Woody Guthrie (prima o poi doveva succedere) in Diario di lavorazione (Playground) e soprattutto nel corso delle deviazioni del Rolling Thunder, quando Bob Dylan e Allen Ginsberg andranno in pellegrinaggio sulla sua tomba a Lowell, Massachussets, con tanto di istantanee nel suo Diario del Rolling Thunder (Cooper). La compagnia non smentisce e non tradisce, la colonna sonora di Sam Shepard è rock'n'roll al cubo, ruvido, sboccato, a serramanico, è il blues, è il jazz, tema incontrastato di Suicide In B Flat, l'omaggio di Sam Shepard ai grandi jazzisti: "Ero così assorbito nel provare a trovare un parallelo con il jazz che penso di essermi perso e di aver dimenticato l'essenza della costruzione di quel dramma. All'epoca ero molto interessato a jazzisti come Thelonious Monk o (Charles) Mingus. C'era qualcosa in loro, quella... Santità non è la parola giusta, ma avevano un carisma spirituale. A metà degli anni Sessanta erano musicisti che si portavano dietro una sorta di saggezza e di potere, come degli sciamani. Quando suonavano, avevi la sensazione che stessero andando oltre la musica". Lo ribadisce in Five Spot, una pagina perfetta di Diario di lavorazione in omaggio Eric Dolphy che, alla sua scomparsa, lasciò "l'incredulità, il vuoto, la voragine spaventosa nel punto in cui sollevava fino al cielo lo strumento color liquirizia e volava lontano, oltre il glorioso Five Spot Café, che adesso è diventato un Pizza Hut del cazzo".

Lo si sente già in poche righe: il più delle volte, la scrittura scorre dentro la corrente impetuosa e inarrestabile di un fiume di musica. L'apologia del rock'n'roll in (tutto) La luna del falco è implacabile a delimitare certi confini, come dice in E così pure tua madre: "Sono stufo di queste reminiscenze sentimentali da pop star sulle vecchie Ford del '40 e i Beach Boys e non erano carini gli anni Cinquanta. Gli anni Cinquanta succhiavano stronzi e così pure tu e così pure tua madre". Secondo La luna del falco l'essenza nuda e cruda, lo spirito istintivo e grezzo del rock'n'roll è quello degli Stones, ancora di più di Keith Richards, per finire, senza esitazioni, a Sticky Fingers. Non c'è scrittore americano la cui visione sia stata intrisa, permeata e percorsa dal rock'n'roll, dal ritmo, dall'immaginario, dai personaggi, dalle storie, dalla vita sulla e nella strada e quando Sam Shepard incrocia Dylan, diventa tutto chiaro. Succede in uno dei frangenti più rocamboleschi della sua storia, all'epoca del Rolling Thunder. Nel caos di quel circo ambulante, Sam Shepard avrebbe dovuto raccogliere il materiale per la sceneggiatura di un film e invece si ritrovò a "prendere appunti per restare sano di mente", mentre confezioni di valium arrivavano come pollo fritto.

E' stata scritta un'infinità di libri su Dylan e un'altra (giustamente) sarà scritta, ma quando Sam Shepard ha l'occasione in azione, nel corso del rutilante viaggio del Rolling Thunder, l'ha compreso meglio di tutti e, se non altro, ne ha definito i contorni con una capacità di sintesi ineguagliata. Il suo ritratto a distanza ravvicinata di Dylan resta un punto di partenza non eludibile per intuire la portata della sua grandezza: "Il mito è un medium potentissimo perché parla alle emozioni e non alla testa. Ci sposta dentro un'area di mistero. Alcuni miti sono velenosi, ma altri hanno la capacità di cambiare qualcosa dentro di noi anche se solo per un minuto o due. Dylan crea un'atmosfera mitica nel territorio attorno a noi. Il territorio sui cui camminiamo ogni giorno e che non riusciamo a vedere fino a quando qualcuno non ce lo mostra". La sua scrittura attinge a quell'idea: le immagini sono forti, il taglio tra chiaro e scuro è sempre netto, il contrasto è protagonista. In questo, è determinante anche il ritmo scelto, la musica in cui è immersa la scrittura, che si tratti delle pagine di un Diario di lavorazione o delle Motel Chronicles che di narrativa più o meno formale.

Il suono è una componente decisiva nella costruzione della scrittura di Sam Shepard e valga su tutto quello che succede con L'occhio, uno dei racconti più intensi contenuti da Il grande sogno (Feltrinelli). La protagonista sta viaggiando verso lo Utah con le ceneri della madre accanto e il rimorso di una discussione con la sorella per aver incassato un assegno. Tre donne: una guida, una riposa per sempre e l'altra è una voce scontenta e invisibile, e l'incipit contiene già tutto il racconto. All'improvviso, in mezzo alla strada si materializza un grosso falco, ferito e immobile. La donna si ferma, davanti a tanta bellezza nel bel mezzo del nulla, e lo carica in macchina. Un animale nell'abitacolo di un automobile può fare di tutto ed è proprio quello che accade. Già costruito così L'occhio è un racconto singolare e travolgente, ma non si capisce del tutto la sua grandezza se non lo si immagina con A Lover's Question di Clyde McPhatter in sottofondo, una (grande) canzone a cui è annodato dall'inizio alla fine.

Quando le citazioni non sono così esplicite e appariscenti, non sono meno importanti: Elvis arriva puntuale da dietro l'angolo, Hank Williams lo trovate ovunque, Merle Haggard comincia, finisce e circoscrive Pazzo d'amore (Costa & Nolan), capita di incontrare Johnny Cash e Willie Nelson e Guy Clark chiude, impeccabile, Wichita, Kansas (Highway 35 North), in Diario di lavorazione, e con questo l'amore per i fuorilegge non si discute. Parlando delle sue ultime interpretazioni da attore, in Killing Me Softly e Safe House (non imperdibili) qualcuno ha detto che le trame in qualche modo mettevano in discussione il governo federale e Sam Shepard ha risposto: "E' quello che facciamo dal 1700. Mettere in discussione il governo è qualcosa di molto americano, anzi, direi tipicamente americano". Non per niente è lui che ha detto che il rock'n'roll è più rivoluzionario della rivoluzione. Un bel calembour, e funziona ancora.


:: Sam Shepard - bibliografia ::

(dagli archivi del blog di BooksHighway)

Attraverso il paradiso  
bookshighway.blogspot.com/2010/11/sam-shepard.html


Diario di lavorazione  
bookshighway.blogspot.com/2016/04/sam-shepard.html


Diario del Rolling Thunder  
bookshighway.blogspot.com/2010/08/sam-shepard.html


Il grande sogno  
bookshighway.blogspot.com/2010/05/sam-shepard.html

La luna del falco 
bookshighway.blogspot.com/2010/12/sam-shepard.html

Motel Chronicles 
bookshighway.blogspot.com/2011/03/sam-shepard.html

Menzogne della mente  
bookshighway.blogspot.com/2013/06/sam-shepard.html

Pazzo d'amore  
bookshighway.blogspot.com/2016/07/sam-shepard.html

Scene americane
bookshighway.blogspot.com/2016/05/sam-shepard.html


 


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