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inserito
02/10/2006
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Andre
Williams With The Diplomats Of Solid Sound Ecco uno di quei dischi che
farebbero impazzire qualsiasi archivista sano di mente, alla ricerca dello
scaffale giusto. Il personaggio è già di per se uno dei più complessi,
poco ascrivibili, controversi, persino misconosciuti della grande storia
del rhythm'n'blues; e già questo sarebbe un possibile scaffale, se non
si tenesse conto che Andre Williams è uno di quelli per cui il
domani è già passato; noi parliamo della musica figlia dei "race records"
e a lui magari interessa di più lo hip-hop. Se non si tenesse conto dei
suoi natali (Alabama, 1936) e del consueto allenamento in chiesa prima
del trasferimento al nord, Chicago e prima di avere un gran daffare con
i gruppi vocali (Five Dollars, poi Don Juans) e prima di una bella serie
di singoli per la Fortune. Di storia del r&b ce n'è tanta in quelle note;
i titoli in questione suonano come Greasy Chicken, Jail Brait; il più
altisonante è senz'altro Bacon Fat inciso alla fine del 1956 e poi acquistato
dalla Epic (finirà nono nelle classifiche r&b all'inizio del '57). Mr
Rhythm, questo il "nick name" di Williams, diviene quindi compositore
e produttore indipendente; scriverà per gente come Alvin Cash & The Crawlers
e per i Five Du-Tones (la celebre Shake Your Tailfeather, poi ripresa
da Ray Charles nel film "Blues Brothers"); di questo passo arriva ai novanta,
all'album Greasy (Norton Records) insieme agli El Dorados del 1995
e poi al nuovo millennio (The Black Godfather del 2000, Baith
& Switch dell'anno successivo e il più recente Holland Shuffle,
dal vivo). Insomma, lasciamo perdere le suddivisioni e le scaffalature,
che questo potrebbe essere benissimo un omologo di Frank Zappa e qualsiasi
tomo interattivo sull'epopea del r&b schizzerebbe d'incanto. Spesso, come
Tarantino che si innamorò di Edward Bunker per le sue Iene, questi personaggi
sono capaci di guadagnarsi la stima incondizionata dei più giovani; come
gli MC5 con John Sinclair, altro elemento disturbatore di razza che ha
visto la sua recente e splendida lezione di blues, Fattening Frogs For
Snakes, prodotta proprio di Andre Williams. Nel caso del nostro eroe,
egli si è ricavato la considerazione già di Jon Spencer, indi dei Diplomats
Of Solid Sound, degni eredi di Booker T & MGs, di Sam Taylor e di
James Brown, alfieri del soul strumentale mescolato con tutto quello che
di "twangy" c'era quarant'anni fa. Ci sono loro in questo Aphrodisiac;
un team incendiario, senz'altro d'effetto, che sguazza attraverso il r&b,
il soul nordista, sudista, mescolando la voce impossibile e impastata
di Williams in The Hold Up, che trasuda funky da tutti i pori,
nel blues bossa lascivo Do You Remeber? ("ricorda quello che facemmo
la notte scorsa; facciamolo ancora"…) o nella disorganica I'm Not Worthy,
con il sax baritono e incontrollabile di David Basinger; con il
funky, il jazz, l'acid jazz, l'ironia e una buona dose di dissacrazione.
Il tutto con un'impronta decisamente sixties, a tinte forti e psichedeliche.
Prove It To Me (memorabili gli ultimi quattro secondi gospel),
la salace I Don't Need Mary (Juana), Three Sisters e soprattutto
la forte Chrysler 300 avrebbero fatto impazzire quei mods attaccati
al suono più nero; soprattutto, in quest'ultima, quel codino jazz che
sembra prendere in giro. Insomma, il vecchio leone è in sella più che
mai; chissà che per il prossimo capitolo non decida di chiamare gli Untouchables;
basterebbe una telefonata a LA; e poi dite se Aphrodisiac (davvero complici
i Diplomats..) non sarebbe la colonna sonora ideale per un remake del
vecchio serial "The Spies"….. |