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inserito
28/05/2006
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Joan
Armatrading Avvertenza: questo non è
un album di blues suonato da Joan Armatrading ma un album di Joan
Armatrading ispirato dal blues: la differenza è abissale e vedremo perchè.
Modalità d'uso: il disco va ascoltato attentamente, non soffermatevi sulla
singola canzone e soprattutto non date mai nulla per scontato. La storia
vuole che la Armatrading, da tempo esiliata dal mondo della canzone che
conta, abbia passato anni a comprare chitarre e a studiare i fondamentali
del genere ascoltando i classici. Il risultato è un grezzo e sporchissimo
mix tra blues e soul, funky, folk, pop, adult oriented rock, canzone d'autore……insomma
tutto quello che è passato nei suoi dischi, anni ottanta compresi, ricompare
qui ricomposto in un mosaico inebriante quanto disorientante. Si prenda
ad esempio Lisa, che parte come un perfetto clone di Mannish Boy
di Muddy Waters per trasformarsi nel ritornello in una sorta di rap. Si
prenda poi l'incredibile D.N.A: inizia con una tastiera quasi tecno
e sembra una canzonetta da radio FM qualsiasi, ma quando già la si sta
per archiviare come un brano da scartare, ecco che nel ritornello si inserisce
una chitarra alla Robert Cray e un bellissimo falsetto bluesy; e non è
finita qui, la canzone nel finale fa tempo a cambiare ancora: parte una
batteria pesantissima e il riff di chitarra si fa duro, degno di un gruppo
di heavy-blues dei primi anni settanta tipo Mountain o Cactus. O ancora
si prenda Baby Blue Eyes, una meravigliosa folk-ballad acustica
lacerata da una armonica impastata di fango del Delta, oppure Deep
Down, quattro travolgenti minuti di puro funky fine a se stesso (il
testo ripete solo il titolo…), si ascolti There Ain't A Girl Alive,
dove tira fuori dal cilindro una chitarra da garage rock anni 60, oppure
Secular Songs, in cui strizza l'occhio all' R&B moderno, per non
parlare dell'iniziale A Woman In Love, che è una semplice ma godibile
pop-song. Sono esempi per far capire come Joan, lavorando praticamente
da sola (produce, suona tutti gli strumenti a parte la batteria, scrive
tutti i brani…), ha dato libero sfogo a tutto quanto è passato nelle sue
vene in più di trent'anni di carriera. Ha impacchettato il suo mondo,
si è recata dal diavolo al fatidico "crossroad" e ha barattato il tutto
con quel tocco da vera chitarrista blues che rimane la vera novità del
cd. E se ne è uscita con canzoni come Play The Blues, che a dispetto
del titolo non è un blues ma una delle sue tipiche soul-full ballad, dove
recita "Baby when I sing the blues I take all my clothes off for you".
E anche se forse questo non è ancora il capolavoro che attendiamo dai
tempi di "Me, Myself, I", vederla così nuda, pura e cruda ci fa davvero
un immenso piacere. |