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18/04/2006
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Scott
Miller & the Commonwealth Scott Miller è approdato
al successo musicale grazie a Steve Earle che, nel 1996, produsse il primo
album dei V-Roys, band di Knoxville (Tennessee) di cui Scott era leader.
La storia dei V-Roys non ebbe lunga durata (il gruppo si è sciolto da
ormai un quinquennio) ed essi vengono ricordati principalmente per aver
firmato, con Steve Earle, l'EP Johnny Too Bad (era il 1997). I ragazzi
hanno intrapreso strade diverse, pur restando tutti nell'ambito ristretto
della musica americana, quella con la "A" maiuscola: se il batterista
Jeff Bills e Paxton Seller hanno fatto gran poco, John Paul Keith lo abbiamo
invece ritrovato nell'esordio di Ryan Adams e nell'ultimo disco degli
Stateside. L'unico a vantare però una carriera solista relativamente attiva
è stato il nostro Scott Miller: nel 2001, debuttò con Thus
Always To Tyrants, lavoro grondante di roots e rock and roll,
valido al punto che gli valse critiche più che positive. Grazie alla solidità
della sua nuova casa discografica, la Sugar Hill, Scott diede un seguito
al suo esordio con Upside
Downside. Questo secondo album, però, non colpì nel segno:
edito nel 2003, il disco venne concepito per mostrare distintamente le
due facce di Scott, quella rock and roll e quella country e più tradizionale.
Accompagnato ancora una volta (la terza consecutiva) dai Commonwealth,
Scott tenta oggi di risollevare le sorti della propria carriera con Citation,
pubblicato tuttora dalla Sugar Hill. Il ragazzo di Knoxville cambia però
gruppo di lavoro e decide di migrare da Nashville a Memphis, facendosi
assistere nientemeno che da Jim Dickinson (produttore forse troppo
blasonato). Scott nonostante tutto si lascia affascinare ancora dai ritmi
rock quanto dalla storia americana e degli Appalachi: di conseguenza,
l'artista finisce per non scostarsi dal suo solito andamento ambiguo che
lo vede diviso fra il rock e il country elettroacustico. Ecco che Citation
vive infatti di spaccati crudi accostati a melodie più pacate e tradizionali,
da songwriter, che colpiscono soprattutto per la maturità e nitidezza
dei suoni (la country The Only Road, con l'aiuto di Reba Russell
alla voce, Wild Things e On A Roll). Il rock viaggia invece
su frequenze di strada (Freedom's A Stranger), fra le quali spicca
un trittico focoso: 8 Miles A Gallon (dura e dagli incisi graffianti
della chitarra), Judy (un country-rock fulmineo e divertente),
infine Hawks And Doves (patrimonio di Neil Young), che trasuda
elettricità e che da sola vale quasi il prezzo del disco. Citation è comunque
meglio assortito e più convincente di Upside Downside e Scott Miller sembra
avere proprio una bella voce e la giusta personalità, eppure deve ancora
capire se fare il rocker o cos'altro. |