Halfway
Remeber
the River
[Laughing
Outlaw 2006]
Sette
elementi in tutto, tra questi due songwriter e chitarristi (Chris Dale
e John Busby) che si dividono con rispetto i compiti e due fratelli
di origine irlandese (Noel e Liam Fitzpatrick) che spargono
fragranze roots grazie a pedal steel, dobro e mandolino. La formula degli
australiani Halfway si consolida sulle coordinate dell'esordio
di un anno fa, Farewell
to the Fainthearted, disco che li presentò al pubblico internazionale
con la complicità della Laughing Outlaw. Sono senza dubbio una delle band
di punta del circuito tradizoinalista in madre patria, sempre molto vivace,
ma ancora poco apprezzati al di fuori della loro isola, complice una concorrenza
spietata. Qualche segnale è arrivato in tempi recenti con un tour inglese
e con la notizia freschissima di una loro imminente partecipazione al
South by Southwest di Austin della prossima primavera. Anche la presenza
di Rob Younger (storico vocalist dei Radio Birdman), che affianca
Wayne Connolly in sede di produzione, è alla fine una conferma
del crescente interesse attorno ai sette ragazzi di Brisbane. Al fondo
della verità tuttavia Remember the River non è un passo
avanti nei confronti di un suono che all'epoca del loro debutto era sembrato
anzi più fresco e credibile, forse per via di un'innocenza che in parte
è andata perduta. Là dove Farewell to the Fainthearted si prestava a paragoni
altisonanti con la vecchia guardia dell'alternative country, Son Volt
e Jayhawks in testa, guidato da un sound robusto e desertico, il nuovo
capitolo appare subito più calibrato e di mestiere, e per una band al
secondo giro di boa non è un gran complimento. Si mantengono insomma ligi
alle regole senza sussulti che li possano realmente distinguere dai cugini
americani: il rock chitarristico e svelto di River Roads e Dean
& The Fitzroy, il sussultare roots di Dearest Mother e della
rurale Billie Joe & The Bullyman, con contorno di fiddle e dobro,
sono figlie di un immaginario che richiama i luoghi dell'arida Australia,
tinteggiate da storie di ordinaria quotidianità. Bisogna nondimeno attendere
il portamento classico di Ballad of Liza Brown e la liviva ballata
desertica Big Wave per scorgere una scintilla nella proposta Halfway.
I quali restano, sia chiaro, portatori sani di un country rock brioso
e piacevole all'ascolto (Left for Luck, Chance, Wear
Me Out, tutte marchiate dall'esperienza della coppia Louris-Olson
dei citati Jayhawks), all'occorrenza soavemente romantico (il finale con
Edge of the Peer), che nella resa complessiva risulta credibile,
fluido, rispettoso di uno stile fino a restituirne i migliori riflessi
musicali, e proprio per questo motivo troppo prevedibile. Se siete in
cerca di epigoni fanno al caso vostro.
(Fabio Cerbone)
www.halfway.com.au
www.laughingoutlaw.com.au
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