David Bowie The Rise and Fall of Ziggy Stardust & the Spiders from Mars [RCA 1972] 85 pt. | ||||
1. Five Years // 2. Soul Love // 3. Moonage Daydream // 4. Starman // 5. It Ain't Easy // 6. Lady Stardust // 7. Star // 8. Hang On To Yourself // 9. Ziggy Stardust // 10. Suffragette City // 11. Rock 'N' Roll Suicide | ||||
Invece
di avere tante personalità, il londinese David Jones decise di averne una ma su
più livelli. Si inventò prima David Bowie, che a sua volta s'inventò
Ziggy Stardust. Che era un alieno vestito come una groupie, trasformatosi
in artista per portare al nostro mondo un messaggio positivo di pace, finendo
però distrutto dagli abusi tipici del ruolo. Una parabola già tristemente nota
in quel 1972, proprio all'indomani della morte a catena del trio Morrison/Hendrix/Joplin,
tutti accomunati dalla sindrome del rock and roll suicide che chiude anche la
vicenda di Ziggy. Anticipando intelligentemente il declino già previsto dal titolo
dell'album, Jones ucciderà definitivamente il suo personaggio per tornare ad essere
Bowie e crearsi così nuove maschere come il Thin White Duke di pochi anni dopo.
Ma quello che (s)vestiva i panni della prima icona dichiaratamente gay della storia
del rock resta il Bowie più universalmente amato e riconosciuto, quello che metteva
d'accordo l'anima rock portata in dote dal chitarrista Mick Ronson con la voglia
di avanguardia e sperimentazione che lo caratterizzerà in ogni fase della sua
carriera. Bowie in questa occasione fece sua tutta l'esagerata teatralità tipica
del glam-rock dell'epoca e pensò il disco come un musical di Broadway, avendo
però la freddezza di non cercare un filo logico obbligato, solitamente causa di
brani minori o di semplice raccordo di molte rock-opera (errore che commetterà
anni dopo con Outside), ma semplicemente di assemblare 11 brani a sé stanti che
diverranno undici classici immortali. (Nicola Gervasini) |
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