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The Black Crowes The Southern Harmony and Musical Companion [Def American 1992] ![]() | |||
1. Sting Me // 2. Remedy // 3. Thorn in My Pride // 4. Bad Luck Blue Eyes Goodbye // 5. Sometimes Salvation // 6. Hotel Illness // 7. Black Moon Creeping // 8. No Speak No Slave // 9. My Morning Song // 10. Time Will Tell | ||||
Consacrazione
orgiastica di un nuovo suono sudista nel pieno dell'era grunge, The Southern
Harmony and Musical Companion è per la band della Georgia un notevole
(e forse al tempo persino inaspettato) passo avanti rispetto al pur fortunato
esordio Shake Your Money Maker. Aggiunto lo straordinario feeling solista del
nuovo arrivato Marc Ford alla macchina da riff di Rich Robinson, i Black Crowes
compiono un balzo verso le stelle, rimpolpando il rock'n'roll stradaiolo e di
stretta osservanza Stones del debutto con fughe lisergiche, assoli lancinanti,
cori gospel e profumi di jam anni Settanta. Un disco all'apparenza anacronistico,
in realtà posizionato dentro l'anima di questa musica, per questo ancora più coraggioso
in tempi di sfracelli alternative rock nelle classifiche di mezzo mondo. La ditta
dei fratelli Robinson frulla in un colpo solo Allman Brothers e Led Zeppelin,
Grateful Dead e Lynyrd Skynyrd aggiungendovi il profondo sud della Stax, il soul
nero e il country bianco. L'esito passa dalla travolgente energia di Sting
Me e Remedy al granito di No Speak No Slave, dalla passione
rosso fuoco di Sometimes Salvation ai viaggi onirici di Thorn in My
Pride, mentre il produttore George Drakoulias inventa intorno ad un gruppo
in stato di grazia quel suono che resterà irripetibile per gli stessi Corvi: denso,
febbrile, roccioso, riporta al centro dell'attenzione una stagione che sembrava
definitivamente sepolta sotto le ceneri del sogno hippy e dei grandi raduni elettrici. (Fabio Cerbone) |
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