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blues veterans di
Nicola Gervasini (25/09/2012)
C'era
un tempo in cui la critica rock poteva permettersi di alzare la voce, indicare
direzioni, tracciare percorsi. Erano i tempi in cui si viveva la concezione che
il rock fosse un arte (unica, altro che le stramaledette "nicchie" di oggi) in
continuo rinnovamento, e che qualunque opera non in grado di contribuire a questo
"evoluzionismo rock" fosse da bocciare. Ma erano anche gli stessi anni in cui
si pensava che l'economia occidentale seguisse una linea di sviluppo continuamente
volta verso l'alto, e oggi sappiamo bene come sta andando a finire. Per questo
un disco come La Futura degli ZZ Top (prodotto da Rick
Rubin, ma già lo sapete) rende bene il cambiamento di un'epoca (e il suo sostanziale
stato di inerzia).
Proviamo per esempio ad immaginare come avremmo accolto
questo album nella prima riga di una immaginaria recensione scritta in epoche
diverse. Recensione 1971: Gibbons e soci rispondono all'invasione del prog inglese
con grandi colpi di Hendrix e John Lee Hooker. Roba da far sanguinare anche il
più spocchioso intellettualoide britannico… Recensione 1977: raggiunto il successo
pieno con Fandango, gli ZZTop si accontentano dei soliti quattro giri blues e
di cercare l'air-play delle radio Fm con riff banali e risaputi. Recensione 1986:
dopo la marchetta di Afterburner, gli ZZTop affrontano coraggiosamente l'era dei
synth con un gran disco di blues, dimostrando quale sia la vera musica ai fans
dei Duran Duran. Recensione 1996: qui prendetene una qualsiasi già scritta per
Rhythmeen, i due album sono praticamente identici. Recensione 2012: che volete
che vi diciamo: I Gotsa Get Paid è I Just
Got Paid, Chartreuse è la nuova Tush, Consumption
ha lo stesso riff della precedente, Over You
è Hot, Blue & Righteous riveduta e corretta, Heartache
in Blue sarebbe anche un gran bel blues, ma è pur sempre uguale a qualsiasi
altro blues, I Don't Wanna Lose You un tempo
poteva anche essere una buona hit, oggi chissà, Flying
High è un insolito becero riffone che potrebbe anche appartenere a
Bryan Adams, It's Too Easy Manana l'hanno rubata dall'archivio dei Lynyrd
Skynyrd, Big Shiny Nine è Beer Drinkers &
Hell Raisers con un testo diverso, Have a Little Mercy è un finale alla
Have you Heard?.
Chiedersi allora che senso abbia oggi pubblicare un disco
come La Futura è discussione che poi possiamo copia-incollare per gli AC/DC, i
Lynyrd Skynyrd, gli Aerosmith, forse i Rolling Stones. Praticamente per qualsiasi
artista nato prima del 1990 che gira con il freno a mano tirato. La risposta ve
la date voi: se ancora godete a (ri)ascoltare queste canzoni, questa chitarra,
questo sound, allora ha senso continuare a comprare i dischi degli ZZ Top. Altrimenti
Tres Hombres è sicuramente lì sul vostro scaffale, e attende solo di essere un
po' rispolverato. Ma vicino, se guardate bene, c'è spazio per nuova musica.