File Under:southern
rock, country soul di
Davide Albini (25/06/2012)
Un
disco di cover è spesso un'operazione contraddittoria, lo sappiamo bene: può nascondere
una fase di stallo creativo o semplicemente qualche impegno contrattuale che un
musicista deve risolvere sbrigativamente. A volte può essere invece un oggetto
di culto o un diversivo interessante per raccontare qualcosa dello stesso artista:
se un modo per dare un senso a simili progetti è quello di leggerli come mappe
musicali, con tanto di influenze e ispirazioni, allora possiamo affermare che
Paul Thorn sia perfettamente riuscito nell'impresa, con un album di poche
pretese e molto sano rock'n'roll dagli accenti sudisti, come si conviene a questo
songwriter nato a Tupelo, Mississippi. Abbiamo più volte narrato le gesta, quasi
degne di una sceneggiatura di Hollywood, di questo ragazzo del sud, ex pugile
che dopo una dura batosta (sacrosanta, con il senno di poi...) ricevuta sul ring
da Roberto Duran, ha deciso seriamente di dedicarsi al songwriting. Ci abbiamo
guadagnato sicuramente, con una voce nerissima e calda e una musica che porta
tutti i segni della tradizione sudista nel sua dna (la famiglia di Thorn lo ha
allevato nel segno del gospel, il padre era un predicatore).
What
the Hell Is Goin On? non fa che ribadire questo percorso, un intruglio
di southern rock, soul, Americana che più volte è emerso negli album precedenti,
andando a pescare autori e punti di riferimento precisi: Donnie Fritts (She's
Got a Crush on Me), Allen Toussaint (il lentaccio Wrong
Number) e Rick Danko della Band (Small Town
Talk, arrangiata con un piglio leggero) sono probabilmente i più nobili
e magari anche i più prevedibili, ma non mancano le sorprese, con scelte attuali
o semplicemente meno scontate. Ad esempio potremmo citare la chiusura con Take
My Love With You del giovane talento new soul Eli Paperboy Reed, terreno
sul quale anche la voce di Thorn, più scura dell'originale, non se la cava niente
male, soprattutto se sostenuta (come nel resto del disco) dalle bravissime McCrary
Sisters.
Tra le altre squisitezze southern che Paul Thorn ci offre in
What the Hell Is Goin On? andrebbero citate Don't Let
Me Down Again, classico di Lindsey Buckingam dei Fleetwood mac, qui
resa in una bollente versione swamp (sempre essenziali le chitarre del collaboratore
di lunga data Bill Hinds), e ancora una rocciosa Walk
in My Shadow dei Free di Paul Rodgers, ad alimentare il lato più rock
della personalità di Thorn, il bluesaccio texano Snake
Farm di Ray Wylie Hubbard, o una vibrante (e mi pare assai rispettosa
dell'originale dai toni gospel) Shelter Me Lord di Buddy Miller. Alcuni
ospiti arricchiscono infine il piatto duettando con il protagonista: soluzione
che non è mai da rifiutare, specialmente se i risultati annoverano il rock'n'roll
di Bull Mountain Ridge con Delbert McClinton
(il cui stile è senza dubbio alla radice del suono di Thorn) e lo slidin' assassino
della chitarra di Elvin Bishop nella stessa title track. Un album che complessivamente
non aggiunge molto alle qualità già apprezzate di Paul Thorn, ma anche per chi
avesse studiato a fondo il suo stile What the Hell Is Goin On? si rivela un passatempo
gustoso e speziato come soltanto i piatti sudisti sanno essere.