File Under:
rock blues di
Paolo Baiotti (18/09/2013)
Credo che il rischio maggiore per questo disco sia il paragone con il leggendario
"Super Session" di Al Kooper/Stephen Stills e Mike Bloomfield. Prendiamo
atto della presenza comune del leggendario Stephen Stills e del tastierista
Barry Goldberg (che parteciparono separatamente a quel disco) e del fatto
che al posto del grande Mike Bloomfield il terzo protagonista sia un altro chitarrista,
il giovane Kenny Wayne Shepherd, ma fermiamoci qui e ascoltiamo Can't
Get Enough senza pensare al passato. Io l'ho fatto pių volte e sono giunto
alla conclusione che Stills non si sia espresso a questi livelli in studio per
troppo tempo, che Goldberg non abbia partecipato a un progetto cosė importante
da tre decadi e che Shepherd abbia suonato cosė bene soltanto nell'esordio Ledbetter
Heights ('95) e in 10 Days Out ('07), tributo a grandi musicisti del blues nel
quale mantenne un basso profilo.
In sostanza l'esordio di The Rides
č un ottimo album di rock blues, non un esercizio di stile vuoto di contenuti
come tanti altri dischi di questo genere (ad esempio il recente 3 Skulls And The
Truth del trio Hidalgo/Dickinson/Nanji); č un insieme di buone canzoni eseguite
con classe, senza strafare e senza esagerare nelle parti soliste, per emergere
rispetto ai colleghi. Il disco comprende quattro brani nuovi composti insieme
dai tre artisti, un vecchio brano di Stills, tre covers di blues e due di rock.
Stephen e Kenny si alternano alla voce solista (meglio il primo, Kenny interpreta
il blues con una voce poco vissuta e un po' anonima) e alla chitarra, duettando
in pių occasioni. Le tracce nuove sono le pių convincenti: il roccioso rock blues
di Roadhouse, l'avvolgente ballata californiana
Don't Want Lies, lo slow Can't Get Enough
con chitarre e tastiere da applausi, la rilassata Only Teardrops Fall e
World Game, composta da Stills per i Buffalo
Springfield, trasformata in una cavalcata con un testo aspro e polemico.
Tra
le covers di blues preferisco lo slow di Muddy Waters Honey
Bee rispetto ad una Talk To Me Baby pių prevedibile, mentre
non convincono fino in fondo le riprese di Search And
Destroy degli Stooges, inno punk normalizzato da una versione stonesiana
che perde la furia dell'originale e di Rockin' In The
Free World di Neil Young, anche'essa priva della necessaria rabbia,
seppur parzialmente riscattata da un finale jammato. Alla riuscita del disco contribuiscono
l'esperta sezione ritmica di Chris Layton (batteria) e Kevin McCormick (basso)
e l'attenta co-produzione di Jerry Harrison.