Tift Merritt
Traveling Alone
[
Yep Roc/ Audioglobe
2012]

www.tiftmerritt.com


File Under: Americana chanteuse

di Fabio Cerbone (15/10/2012)

Tanti probabilmente vorrebbero mettere insieme la "squadra dei loro sogni" e vedere se ne sono all'altezza: tra la fantasia e la realtà c'è di mezzo purtroppo la concreta possibilità di arrivare a certi musicisti e ottenerne la collaborazione. Una rarità concessa a pochi, anche se non è il caso di fare sempre dell'ironia sulla fortuna sfacciata di questi ultimi: perché se per molti è soltanto una questione di budget, case discografiche e buone conoscenze, per altri ci piace pensare che sia anche il frutto di una stima accresciuta sul campo. Nel secondo caso facciamo rientrare senz'altro la voce e le canzoni di Tift Merritt, tra le regine dell'Americana che in questi anni sembrano avere raccolto l'eredità pesante di Emmylou Harris e delle altre muse country rock dei 70s, per traghettarla nella modernità con rinnovata ispirazione.

Frutto di otto giorni di sessioni newyorkesi sotto la direzione del produttore Tucker Martine (tra le tante perle Decemberists, Spoon, passando per la colleghe Jesse Sykes e Laura Veirs), Traveling Alone è una raffinata prova d'orgoglio, che dalle trame dello spavaldo roots rock di inizio carriera (da Bramble Rose allo scintillante impatto di Tambourine) si è evoluta verso un elegante, agrodolce country soul, dove ballate dagli aromi sudisti si tingono di passione e finezze pop. Di quella fantomatica squadra a cui si faceva riferimento in apertura fanno parte le chitarre ficcanti di Marc Ribot, il piano e l'accordion di Rob Burger (Lucinda Williams, Iron & Wine), la batteria di John Covertino (Calexico) e la limpida pedal steel di un redivivo Eric Heywood (Son Volt). L'intrecciarsi dei loro strumenti e il gioco delle parti in studio, con un suono denso, aggraziato e live che ricorda certe produzuoni di Joe Henry e T Bone Burnett, è il carico da novanta che viene calato da Tift Merritt per ammantare le sue malinconiche meditazioni su crescita, abbandoni, solitudine e scelte di libertà, dall'intonazione gospel della titla track alla fremente Still Not Home, dal curvilineo country di Sweet Spot e Too Soon to Go allo spettacolare orizzonte soul che matura in Small Talk Relations, fra la ricercatezza degli arrangiamenti per piano, chitarre e una misurata sezione d'archi.

Il disco porta così a compimento quel percorso assai intimo inaugurato con Another Country e proseguito nel più interlocutorio See You on the Moon, confermando che a Tift Merritt serviva solamente del tempo per trovare la propria ideale vocazione. Traveling Alone contiene tante e tali conferme da ricordarci come la sua voce sia probabilmente una delle più emozionanti della nuova generazione di chanteuse Americana, al pari di Brandi Carlile. Mentre quest'ultima però si è mossa strada facendo su un più appariscente solco mainstream rock, Tift Merritt ha privilegiato i romantici panorami di una adulta canzone d'autore, che ha il suo apice nello struggente duetto di Drifted Apart con Andrew Bird. Il trionfo è evidente su tutta la linea, dal crescendo di riverberi blues in Spring al morbido slidin' delle chitarre in chiave sudista di To Myself, dalla docile melodia pop di In the Way all'ardente finale di Marks, senza concedere nulla al compromesso e molto invece al proprio appagamento di autrice.


   


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