File Under:country
fusion di
Emilio Mera (03/09/2012)
Il
preludio al nuovo album del cowboy canadese Corb Lund, suona come una classica
country song. Per la realizzazione del nuovo album, l'honky tonker dell'Alberta
ha costruito con lo zio e la sua girlfirend un capanno nelle "Rocky Mountain"
al fine di concentrarsi (grazie anche a qualche bottiglia di Rye Whisky) nella
scrittura delle sue nuove canzoni, ma dopo averlo completato la sua ragazza lo
ha sfortunatamente lasciato e lo zio è inaspettatamente morto. Corb, al freddo
per alcune settimane, si è pure ammalato: da qui il titolo Cabin Fever.
Corb Lund ha il pregio di riuscire a fare due cose egregiamente. Dopo aver lasciato
il ranch familiare di Taber si è spostato a Edmont e ha imparato a suonare la
chitarra; ha fatto parte anche di alcune punk band (qualcuno ricorda gli Smalls)
prima di diventare uno dei primi attori del genere Americana (anche se in questo
caso si potrebbe parlare di Canadiana). Oltre alla sua conoscenza di diversi generi
musicali e l'esperienza maturata in sei album e in tournee interminabili, il canadese
ha anche acquisito un suo linguaggio costruito su testi spesso sarcastici, divertenti
e politically uncorrect.
Con una copertina che raffigura il nostro cowboy
in solitario in un paesaggio apocalittico (con la neve del Canada o la polvere
del Texas), anche Cabin Fever è politicamente scorretto con lyrics che vanno contro
le banche americane e l'attuale crisi economica, oltre ad avventurarsi nel profondo
West Americano con classici honky tonk che parlano di pistole (Priceless Antique
Pistol Shoots), bovini, tombe, vecchie moto d'epoca di sbronze, whisky e donne
che hanno una preferenza per le cose vintage (The Gothiest
Girl I Can). Prodotto da Steve Christensen in compagnia dei fidi Hurtin'
Alberta (Kurt Cisela basso, Brady Valgardson batteria e John Evans alla slide)
l'album si snoda su tutto il territorio "Americana" con arrangiamenti che toccano
le sponde del blues, del cowpunk e del rockabilly senza perdere il senso di coesione
complessivo e suonando allo stesso tempo organico e naturale. L'album inizia con
un accordo di basso alla Hank Williams III che fa mal sperare per trasformarsi,
con l'incedere di Gettin Down On The Mountain,
in un blues viscerale con un groove irresistibile che ti prende alla gola. Restiamo
in territori del Delta con la divertente Dig Graveddiger
(che prende in considerazione la possibilità di coltivare un campo di cadaveri)
altro blues acustico con una bella armonica e un riff che funziona alla grande.
Bible On The Dash vede Corb duettare
con un altro promettente troubador, Hayes Carll (i due hanno recentemente
viaggiato in tourneé) e insieme sembrano divertirsi non poco dividendosi i versi
della ballata, che consiglia di tenere sempre una Bibbia in bella mostra durante
i tour in modo tale da evitare problemi con la polizia: "che musica suonate? musica
cristiana Sir!". Il dolce waltz di September
(una delle sue migliori canzoni di sempre) è avvolta dalla voce del nostro country
singer mentre Pour 'Em Kinda strong è un country
yodel con una bella chitarra twangy. La riuscita Cows Around è dedicata
a tutti quelli che sognano di muoversi in campagna; uno western swing con quel
tocco alla Johnny Cash. Corb non dimentica di essere un vero cowboy con la dolce
(You Ain't a Cowboy) If You Ain't Been Bucked Off e la drinking ballad
Drink It Like You Mean It. Non manca il rockabilly
sound, quello vero ispirato dai '50, con Mein Deutsches Motorrad e The
Gothiest Girl I Can. "Non sarai un vero cowboy se non ascolti Corb Lund":
é lui la stella del country americano/canadese confermandosi, dopo il precedente
Losin'Lately Gambler, come la "Real Thing".
N.b. C'e una versione Deluxe
con gli stessi brani in versione acustica imperdibile.