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folk rock di
Marco Restelli (10/09/2012)
Sarò
chiaro sin dall'inizio: chi di fronte all'interminabile track list dell'album
di Mark Knopfler, che conta ben 20 pezzi "simmetricamente" divisi in 2
cd, ha già iniziato ad avanzare congetture o pregiudizi (…sarà una lagna in
cui ogni canzone che si sussegue è uguale alla precedente, ma con un titolo diverso)
si sieda pure comodo, prenda un paio di belle cuffie alta fedeltà ed inizi ad
ascoltare con calma e dedizione questo suo nuovo "Corsaro". L'ex leader dei Dire
Straits, da qualche disco a questa parte (diciamo da Kill to Get Crimson del 2007
in poi), ha imboccato una direzione che lo ha progressivamente portato a riscoprire
la musica tradizionale, allontanandolo sempre più dal pop rock dal quale proveniva,
con tutti i successi che questo gli ha sempre assicurato. L'ultimo Get Lucky ci
aveva lasciati col suono di Irlanda e di Scozia, con flute horns e cornamuse a
cesellare lo sfondo la sua inimitabile Stratocaster, mentre oggi Knopfler ha trasferito
idealmente di nuovo oltre oceano (ricordate…c'era già stato ai tempi di Sailing
to Philadelphia e poi con la sua amica Emmylou Harris) tutta la sua comitiva danzante,
per insegnargli itinerari diversi, senza tuttavia abbandonare del tutto a casa
gli strumenti della madre patria, i suoi suoni e le sue armonie.
Il risultato
è un album che spazia su tutto il territorio country folk e Americana e, fosse
anche solo per questo motivo, non annoia mai, proprio come il viaggio un po' spartano
al quale allude lo sgangherato furgone azzurro della copertina. Il primo villaggio
che si incontra è rassicurante è immerso in un bosco: Redbud
Tree è una ballata basilarmente acustica che inizia con la sola percussione
di una grancassa per poi farci sognare con immagini bucoliche, magicamente arricchite
dalla sua già citata chitarra elettrica, ormai molto più che un semplice marchio
di fabbrica. Magica anche la fisarmonica ed i fiati che piacevolmente caratterizzano
la dolce Haul Away. Ci si imbatte presto nell'inedito
"blues pieno" di Don't Forget Your Hat, impastato
di riverberi elettrici e piano, ma il meglio deve ancora venire quando lo spirito
outlaw (confermato dal testo, quasi storico) della title track si impossessa di
Mark, lanciandolo controvento come un cavallo che prima trotta tranquillo e orgoglioso
nelle praterie americane e poi procede a strappi, galoppando libero e veloce.
Un inno di altri tempi.
Solo alcuni accenni alle tante canzoni del primo
cd che ancora meritano di essere visitate, proprio come i luoghi immaginari che
di tanto in tanto descrivono. Di Miss You Blues
mi piace praticamente tutto (low tempo irresistibile e forse la più bella canzone
in assoluto), ma è di certo l'armonica che la rende così maledettamente americana
e affascinante. Dal canto suo Go, Love suona
più malinconica mentre Yon Two Crows "salta
all'orecchio" soprattutto per il suo particolare approccio, quasi parlato, sulla
falsa riga di quanto l'autore amava fare in pezzi come Private investigation.
Lo skyline di Seattle, infine, è presentato quasi come fosse una cartolina dell'omonima
città, che prima si ammira nella foto davanti e poi emoziona leggendone il messaggio
sul retro.
Per ovvi motivi di sintesi del secondo cd mi limiterò a riferirvi
solo del suo netto orientamento alla scuola del menestrello di Duluth in particolare
di quello da Time Out of Mind in poi (al riguardo ascoltatevi Bluebird…)
e così nasce spontanea la domanda se Dylan e Knopfler, in qualche data del prossimo
tour organizzato insieme, non decidano di presentarsi sul palco contemporaneamente,
rendendo stratosferico qualcosa che già di per sé sarà un evento eccezionale.
Molto accattivanti, nel mucchio, sia la romantica Radio
City Serenade che la naufraga storia di Dream
of the Drowned Submariner. Concludo confermando che, a mio avviso,
Privateering potrà non piacere solo a chi prova per questo artista
qualche eventuale remora, sulla quale non mi pronuncio in nome del massimo rispetto
per il sovrano gusto personale. Per tutti gli altri, invece, credo che sarà una
festa di un'ora e mezza, tutta da godere e da scoprire.