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: folk rock, irish folk di
Fabio Cerbone (01/03/2012)
Da
sempre romantico traghettatore del lirismo d'Irlanda nelle brusche radici folk
americane, Bap Kenedy aspettava soltanto l'occasione giusta, quella che
potesse risaltare a dovere il suo elegiaco songwriting di prima classe, attraverso
un lavoro che fosse coerente con la sua storia. Quel tempo è arrivato grazie a
The Sailor's Revenge, disco di acustiche brume celtiche, esaltate
da un armamentario tradizionalista fatto di violini e tin whistle, con paesaggi
country rurali, dove per la prima volta dai tempi dei misconosciuti Energy Orchard
(la vecchia band capeggiata da Kennedy, dalle alterne fortune nei primi anni 90
con dischi come l'omonimo esordio o Shinola) la sintesi dell'autore si rispecchia
in un raccolto di ballate profonde e di maturo spessore poetico.
Questo
cuore diviso a metà aveva già portato Kennedy sulle tracce di un suono simile:
per un artista diventato una sorta di cittadino onorario di Austin - seppure da
qualche anno tornato a frequentare la martoriata terra d'origine a Belfast, Irlanda
del nord - non erano mancati segnali in tal senso, a cominciare dal delizioso
affresco old time di Domestic Blues, prodotto con l'apporto decisivo di
Steve Earle, suo primo grande estimatore, nonché da un sintomatico Hillbilly
Shakespeare, intera opera dedicata alla memoria di Hank Williams. Tuttavia
dischi quali i successivi Lonely Street o il più recente Howl On avevano cercato
ostinatamente un ritorno alle proprie origini che, fra alti e bassi del repertorio,
non aveva mai convinto completamente.
Ci è voluta la direzione artistica
di un altro europeo dall'anima tutta americana come Mark Knopfler, qui
in veste anche di timido musicista (sua qualche cesellatura, mai invadente, alla
sei corde elettrica), per imprimere il passo decisivo. E così The Sailor's Revenge
si trasforma nel piccolo capolavoro di casa Kennedy, voce languida e carezzevole
che conserva tra i suoi fari artistici Van Morrison (con il quale collaborò ai
tempi dell'album The Big Picture, scrivendo Milky Way) e Mike Scott, ma
sa declinarli in un ambiente del tutto personale, fatto di concilianti quadretti
elettro-acustici, colori tenui che virano verso la campagna country blues e il
folk di casa, avvelendosi tra gli altri di musicisti nashvilliani come Jerry Douglas
e Glenn Worf, insieme a Michael McGoldrick (Capercaillie) e John McCusker (The
Battlefield Band). Il termine di paragone con il lavoro solista del citato Knopfler
non mancherà di solleticare i più attenti osservatori, seppure Bap Kennedy possieda
una forte dignità di autore da non risultare semplicemente un giocattolo nelle
mani del direttore d'orchestra.
Anzi, la qualità lirica di Shimnavale,
dedica speciale per una cittadina della sua terra natale, e Jimmy
Sanchez, racconto del più giovane minatore cileno fra i tanti rimasti
per giorni dispersi nel sottosuolo, sono fotografie che parlano da sole. Poi arriva
certamente la musica, che è un unico grande walzer senza soluzioni di continuità,
un lento, dolce cullare che ha il sapore dei ricordi di casa (Not
A Day Goes By, Lonely No More,
la stessa Sailor's Revenge), colorandosi di
melodie dylaniane (The Right Stuff) e invocazioni
country (Maybe I Will, classica al primo istante,
oppure la più rustica Please Return To Jesus,
fra i testi più significativi). Rarissime, come si sarà intuito, le digressioni
elettriche, che si affaciano timide in Working
Man ma restano sempre un passo
indietro rispetto al racconto, alla visione d'insieme. Non a caso The Sailor's
Revenge cala il sipario sulle note accorate e il lungo canto di Celtic
Sea, cielo color smeraldo e quel mare impetuoso colto in copertina.
NB:
il nuovo contratto con la Proper inglese porta in dono a Bap Kennedy anche la
possibilità di ripercorrere la sua carriera precedente, spesso all'insegna dell'indipendenza
più assoluta. Ecco allora un'edizione deluxe di The Sailor's Revenge dove
troverete un secondo cd, sorta di "best of" che fa il sunto delle puntate precedenti
con alcune delle più significative tappe del suo songbook (e due inediti assoluti).
Tra queste ultime la citata Milky Way e le gustose caramelle country di
Unforgiven e The Way I Love Her.