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folk di
Emilio Mera (22/02/2012)
Una
delle cose più belle nella musica di Nanci Griffith è sempre stata la sua
attenzione ai dettagli, alle melodie, capaci di portare l'ascoltatore nel cuore
della canzone. Dopo 20 album all'attivo da quel bellissimo esordio del '78 (There's
a Light Beyond The Woods), nessun album suona cosi personale e combattivo
come questa sua nuova raccolta. Ritroviamo la cantante di origine texana agguerrita
come non succedeva da tempo, senza paura di raccontare la sua vita tormentata,
fatta di lacrime, difficoltà familiari e imbrogli finanziari. "Ho avuto una vita
difficile e la voglio raccontare" recita nelle prime note della titletrack, evidenziando
il suo coraggio a esporsi in prima persona e tirar fuori tutta la sua rabbia.
E il suo è un ritorno gradito dopo alcuni album un po' troppo uguali e vaporosi
(soprattutto quelli per la Decca) che potrà sorprendere alcuni fans in attesa
di un ennesimo album tranquillo e contemplativo. Intersection è
invece un album in grado di scaldarci ancora con la sua voce profonda, piena di
pathos e sentimento, ritornando allo splendore delle registrazioni per la MCA
Records (da avere oltre al citato esordio, Poet in My Window, Lonestar State of
Mind e Last Night Grand Hotel veri capolavori della musica americana).
Registrato
nel suo intimo studio a Nashville, la raccolta vede la partecipazione di uno stretto
numero di musicisti, cominciando dal multi strumentista Pete Kennedy, dalla brava
cantautrice Maura Kennedy alle voci e chitarra oltre al percussionista Pat McInerney
ai quali insieme a Nanci è accreditata la produzione dell'album. Nonostante il
suo spirito combattivo, Nanci non abbandona il senso della melodia costruito sul
dolce picking come nell'iniziale Bethelem Steel
(che parla della chiusura della mitica acciaieria nella città della Pennsylvania
dove Michael Cimino filmò "Il Cacciatore") o nella titletrack, un dolce affresco
capace d'infondere tanta dolcezza. Just Another Morning
Here è il rifacimento dell'omonima It's Another Morning Here (suo anthem
da Late Night Grand Hotel) che nulla toglie e nulla aggiunge all'originale. Il
brano forse più rappresentativo dell'album è Hell No
(I'm not Allright) che diventerà presto uno degli inni di protesta
per le giovani generazioni, un combat folk con un'azzeccatissima chitarra twangy
e una grinta che la vincitrice del Lifetime Achievement Award non manifestava
da anni. Nanci non smette di parlare di sé nella ballad uptempo Bad
Seed che racconta senza fronzoli dei disaccordi avuti con il padre.
La seppur troppo breve (meno di 2 minuti) Come On Up
Mississippi è un polversoso southern blues con la slide, e un coro
di bambini capaci di accendere ancora una volta, il nostro cuore.
Nanci
Griffith è stata inoltre sempre conosciuta come interprete di canzoni altrui,
portando alla luce gemme di autori poco conosciuti (come Kate Wolf, Eric Taylor,
Robert Earl Keen) e per Intersection la scelta va su interpretazioni
che sembrano autobiografiche a cominciare da Never Going
Back (scritta da Mark Seliger) che parla della difficile partenza dal
Texas, sua terra d'origine, un country elegante pieno di armonie solari che ricorda
la collega Emmylou Harris. Waiting On A Dark Ayed Gal
(scritta dal compagno di sbronze Ron Davies) è la classica porch song
con la sua bellissima voce in primo piano. Commovente è la versione di If
I Could Only Fly (di Blaze Foley) e non poteva mancare, come ultima
track, l'omaggio a Loretta Lynn, una delle sue eroine di sempre, con il bluegrass
High On a Mountain Top con mandolino e banjo
in bell'evidenza. Il suo miglior album da molti anni a questa parte.