I Gov’t Mule sono
in circolazione da oltre venticinque anni e sono ormai un’istituzione
nel panorama rock blues mondiale, avendo ripescato inizialmente il genere
“power trio”, ma poi facendogli cambiare pelle più e più volte, grazie
alla camaleontica duttilità vocale di Warren Haynes (che può cantare da
Van Morrison a Howlin' Wolf senza troppi problemi) e alla sua straripante
bravura chitarristica. Captatio benevolentiae finita, ma era solo per
far capire che se non avete mai ascoltato i Mule, forse è ora e tempo
di mettersi alla pari.
La band guidata da Warren Haynes (la formazione è la solita, completata
da Matt Abts alla batteria, Jorgen Carlsson al basso e Danny Louis che
fa da jolly tra tastiere, chitarre, tromba e cori) pubblica il suo diciannovesimo
disco, Heavy Load Blues, che è un insieme di cover e brani
originali. Dall’esordio nel lontano 1995 ad oggi questo è in effetti il
primo disco interamente blues, anche se la musica dei Mule è sempre stata
fortemente influenzata dal genere. Qui i dodici brani, registrati live
negli studio The Power Station in New England, prendono nuova vita e si
rivestono di un abito più moderno, nonostante siano incisi in analogico
e con strumenti (chitarre, hammond, amplificatori) rigorosamente vintage.
L’avvio è affidato alla slide distorta di Blues
Before Sunrise di Leroy Carr,
brano classico qui in una versione ruspante. C’è anche del soul con un’ottima
interpretazione di Ain’t No Love In The Heart Of The City di Bobby
Blue Bland, mentre viene ripreso un brano cardine della discografia di
Junior Wells, Snatch it Back and Hold it.
Nella scaletta del disco sono proposte inoltre altre canzoni molto note,
come Feel Like Breaking Up Somebody’s Home (brano di Ann Peebles,
già nel repertorio di Albert King) o I Asked Her For Water (She Gave
Me Gasoline), di Howlin Wolf. Tra i brani originali Hole in my
Soul è la prima canzone della tracklist scritta da Warren Haynes ed
è fortemente influenzata dal blues elettrico degli anni 60, da BB King
in giù, con grande intensità e grande lavoro chitarristico e di fiati.
Anche Wake up Dead è un brano originale dei Mule, caratterizzato
dal basso pulsante di Jorgen Carlsson. Love Is A Mean Old World
è un pezzo cadenzato in cui slide e piano si richiamano a vicenda, dedicato
al bluesman, amico e collaboratore dei Gov’t Mule, Little Milton, scomparso
anni fa. Il jolly del mazzo è infine Make it
Rain, dall’album Real Gone di Tom Waits, ma è superfluo
fare una carrellata completa di tutte le canzoni di questo Heavy Load
Blues: Warren Haynes è come un juke box, qualsiasi brano che passa
dalla sua chitarra riprende vita o comunque compete con l’originale in
quanto a intensità e bellezza.
Quindi meglio scoprire le canzoni e apprezzarle direttamente dai Gov’t
Mule, che si confermano una certezza: bravura, qualità, intensità e un
animo rock blues che nessuno degli artisti loro coevi ha saputo mantenere
nel tempo. In Heavy Load Blues sono stati in grado di riprendere
le loro radici, un po’ come fatto di recente dai Black Keys in Delta
Kream, mischiandole con brani originali stilisticamente in
linea con quanto messo in scaletta. Probabilmente tra i dischi migliori
di questo 2021.
[* Oltre alla versione standard di Heavy Load Blues, con tredici
brani, è disponibile anche la deluxe con ben otto registrazioni in più,
tra queste le incisioni dal vivo di Need Your Love So Bad e Good
Morning Little School Girl e una versione estesa di Feel Like Breaking
Up Somebodys Home]