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Steve Cropper
Fire It Up
[Provogue/ Mascot 2021]

Sulla rete: playitsteve.com

File Under: master of r&b


di Pie Cantoni (04/05/2021)

Non serve presentare una leggenda della chitarra come Steve Cropper: con oltre 60 anni di carriera alle spalle, attraverso la musica della Stax, il blues, la consacrazione a mito con il film dei Blues Brothers e le pubblicazioni da solista. Nel mezzo una carriera come session man, che lo vide suonare accanto a John Lennon, Ringo Starr, Jerry Lee Lewis, Paul Simon, e una di produttore, grazie alla quale realizzò album per Jeff Beck, Tower of Power, Robben Ford, solo per citarne alcuni. Impossibile poi non riconoscere la sua chitarra in brani come Green Onions di Booker T & the MGs, Midnight Hour di Wilson Pickett, oppure nell’evergreen (Sittin’ On) The Dock of the Bay di Otis Redding, dove appare anche come autore così come in Knock on Wood di Eddie Floyd. La sua biografia cita poi che Bob Dylan ed Eric Clapton vollero lui e i suoi MG’s come band per la festa del loro trentesimo compleanno, e che i Beatles mandarono una Bentley a prenderlo per poterlo conoscere personalmente durante la sua prima visita in Inghilterra.

Un personaggio più vicino al mito che all’uomo, per il quale abbiamo un’ammirazione sconfinata (per quello che può contare la nostra opinione, ovviamente). Il primo disco di Steve Cropper risale al 1969, con With a Little Help from My Friends, e oggi, a ottant’anni suonati, esce il suo nuovo lavoro, Fire it up. Usando le sue stesse parole, quest’album è differente da tutta la musica che c’è fuori, perché è fatto di vecchi groove e perché, con il lockdown (ancora quel maledetto virus…), Cropper ha avuto finalmente il tempo di scrivere cose che aveva in mente da anni. Tredici brani in tutto, canzoni originali scritte da Steve in cui figura anche come produttore.

Bush Hog è il brano strumentale di apertura che rimanda direttamente a Booker T & The MG’s. Groove e suoni vintage con un riff di chitarra nuovo, ma al tempo stesso senza tempo. Avrebbe potuto essere stato registrato nel 1967 e non ci saremmo accorti della differenza. La title track Fire It Up segue a ruota: un classico ritmo r&b in cui si intravedono tutti i lick di Steve Cropper (una goduria per i chitarristi) mentre Roger C. Reale canta con la stessa energia di Eddie Floyd o Rufus Thomas. L’assolo poi è un omaggio (voluto o meno) a Soul Man, il che rende anche questo brano un instant classic nel suo genere. Grande ballata, One Good Turn, ha il sapore dell'r&b degli anni 60, con un assolo di chitarra dove Steve scivola dolcemente sulle note in un crescendo di tono mentre duetta col piano.

Ci sono brani con un gran tiro di chitarra come I’m Not Having it o ancora Out of Love. Far Away sembra composta per essere cantata da Jake Blues e suonata dalla Blues Brothers Band, mentre uno dei pezzi migliori del disco, The Go Getter Is Gone, il cui testo è stato scritto a quattro mani con Roger Reale, ha un tiro funk incredibile come se fosse uscito intonso dagli anni 70. In sostanza i tredici brani che compongono Fire It Up sono di un groove e di una freschezza incredibili, ci rimandano ai tempi della Stax e al revival soul/blues iniziato con quell’operazione tanto folle quanto geniale dei Blues Brothers. A ottant’anni passati, quest’ultimo lavoro di Steve Cropper ci fa capire che, per chi ha stoffa da vendere e argomenti a supporto, l’età è solo un dato anagrafico. Classe pura.


    



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