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Under: folk seekers
di Pie Cantoni (17/06/2019)
Chissà perché ogni volta
che vediamo un’immagine di Jake Xerxes Fussell, ci verrebbe voglia
di domandargli del prezzo delle mucche pezzate in Georgia, sua terra di
adozione, o di quale razza da tori da monta considera migliore, o ancora
di come va il raccolto quest’anno. Invece, come l’amato Mississippi John
Hurt prima di lui, nonostante l’aspetto da farmer del Midwest, ogni volta
che ascoltiamo un suo disco rimaniamo incantati dalla poetica bellezza
e dalla forza evocativa delle sue versioni di traditional americani.
Quest’anno esce il terzo disco, Out of Sight e, sebbene
la formula non cambi rispetto ai due precedenti, Jake ha ancora ben poco
da dimostrare in quanto a capacità di maneggiare e riarrangiare il genere.
I suoi album non sono fiumi di musica, ma una selezione curata al dettaglio
di brani che, sebbene presi da autori ed anni differenti, si amalgamano
alla perfezione, con cura certosina e precisione d’ebanista.
Nove soltanto le canzoni di questo nuovo disco, e per la prima volta Jake
è accompagnato da una full band con Nathan Bowles (batteria, compagno
di etichetta alla Paradise fo Bachelors), Casey Toll (basso), Nathan Golub
(pedal steel), Libby Rodenbough (violino, cori) e James Anthony Wallace
(piano, organo). Nonostante il cambio di formula, nulla viene perso del
lato intimista e raccolto delle canzoni. Le opening track di Jake Xerxes
Fussell sono solitamente spettacolari: ricordiamo nel precedente
l’incredibile Jump for Joy (di Duke Ellington) e ancora nell’album
omonimo di esordio All in down and out. Qui il primo
brano è The River St. Johns che, oltre
ad essere suonata alla perfezione, incarna in pieno l’universo del chitarrista
nativo del North Carolina. Come in un mercato del pesce di inizio secolo,
si decantano le doti dei prodotti venduti perché arrivano direttamente
dal fiume St Johns, dalle sue acque miracolose. Un fantastico viaggio
che ci porta in mezzo a imbonitori e saltimbanchi di minstrel shows che
sorridono sornioni alle signore del pubblico, sperando di fare l’affare.
Un valzer di chitarra leggero e trasognato, Michael
Was Hearty, suonato in punta di dita, mentre si passa da un
traditional all’altro, Oh Captain, che riprende il tema dei marinai,
fra i preferiti delle ballate della tradizione folkloristica americana
e di un po’ tutto il mondo occidentale. C’è spazio anche per gli strumentali,
tra questi Three Ravens e 16 - 20. Winnsboro
Cotton Mill Blues parla di morte e ricordi, con una lap steel
che tiene, assieme al violino, l’atmosfera del brano dall’inizio alla
fine. Mentre Drinking of the Wine, un canto da marinai, diviso
fra sbronze e paradiso, fa da coda a questo splendido Out of sight.
Tutte le canzoni di questo disco, oscuri tradizionali di cui si sa poco
o nulla, meriterebbero menzione, ma meglio lasciare alla volontà del lettore/
ascoltatore andare a scovarli e cercarne le origini, i significati e gli
autori stessi. Ascoltare Jake Xerxes Fussell è come compiere un viaggio
in un’America perduta tempo fa, fatta di strilloni, di leggende, di miti.
Un viaggio lungo ed emozionante per riscoprire cose perdute e meravigliarsene,
e Jake è la perfetta guida.