Samantha Fish
Belle of the West
[
Ruf records
2017]

samanthafish.com

File Under: swamp&southern

di Fabio Cerbone (15/01/2018)

Tra le giovani voci blues al femminile più promettetenti, Samantha Fish è una chitarrista e autrice abbastanza eclettica da non farsi imprigionare in un ghetto musicale. Dunque, se le sue radici affondano naturalmente nel blues, è anche vero che in pochi anni ha dimostrato di maturare un suono curioso e aperto verso tutte le sfaccettature della musica americana e in particolar modo per le tradizioni del Sud. Belle of the West è difatti una miscela a trazione elettro-acustica dove alle regole delle dodici battute si affiancano i canoni del soul, del country, di certa swamp music, esaltando la calda voce della protagonista e una scrittura che collega Memphis, Nashville, New Orleans e le colline del Mississippi, dove effettivamente il disco è stato registrato con la direzione artistica di Luther Dickinson (North Mississippi Allstars).

Ai famosi Zebra Ranch Studios della famiglia Dickinson la nostra Samantha era già stata ospite per l'incisione di Wild Heart nel 2015, cui ha fatto seguito, proprio all'inizio del 2017, Chills & Fever, un album di bollenti cover r&b registrate con l'apporto dei Detroit Cobras. Siamo quindi al secondo lavoro nell'arco di pochi mesi e per giunta con un cambio di stile repentino: Samantha Fish ha voglia di mettersi in gioco e verrebbe da dire che i risultati sono promettenti in tutte le direzioni. Originaria di Kansas City, enfant prodige dello strumento che ha imparato ad amare fra le mura domestiche (il padre un musicista dilettante), esordiente a meno di vent'anni e con una discografia già cospicua, la Fish si è portata a casa un premio come "Best New Artist Debut" nel 2012 ai Blues Music Awards di Memphis, formando anche un fortunato trio con le colleghe di etichetta Cassie Taylor e Dani Wilde (Girls with Guitar), prima di intraprendere definitivamente la strada solista.

Se gli esordi erano all'insegna di un rock blues più robusto da power trio, con la collaborazione di Mike Zito, oggi l'impatto dei brani di Belle of the West guarda all'Americana, al country soul, ad artiste come Bonnie Raitt e Lucinda Williams. L'anima del disco batte per le strade fangose del Mississippi, con l'apertura di American Dream: la canzone è firmata da Jimbo Mathus, che partecipa al disco con Lightnin' Malcolm, Amy LaVere, Shardé Thomas (suo il tipico "fife sound" di apertura, tradizione appresa dal nonno Otha Turner) e altri nomi della scena locale. L'impronta di questi musicisti e dello stesso Dickinson si fa notare sulla stesura finale di Blood in the Water e Need You More, con la presenza caratterizzante del violino, conducendo l'ascolto verso un southern soul rurale in Cowtown e Don't say You Love Me, fino al cullare country della stessa Belle of the West, con profumi cajun tra le pieghe del brano.

L'irruenza della chitarra elettrica è lasciata in un angolo, anche se Samantha Fish dimostra di essere musicista e cantante preparata in entrambe le situazioni: l'animo blues esce allo scoperto nella swampy No Angels e soprattutto nella cover del classico di RL Burnside, Poor Black Mattie, con acustica, percussioni e mandolino. Qui, come nel caso di Nearing Home cantata dall'ospite Lillie Mae, Samantha sembra lasciare spazio agli interventi esterni, come si trattasse di un disco corale dove farsi guidare dall'atmosfera di una informale jam musicale.


    


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