File Under:southern
family di
Fabio Cerbone (01/02/2016)
Ci
è voluto del tempo, ma la Tedeschi Trucks Band sembra avere preso le giuste
misure, dando forma con più convinzione alla linea musicale da sempre ricercata.
Sgombriamo il campo dai dubbi e diciamo subito che Let Me Get By
è il migliore risultato discografico sin qui ottenuto dalla band guidata dalla
coppia Susan Tedeschi - Derek Trucks. L'alchimia sonora viaggia ancora a cavallo
della sterminata tradizione sudista, offrendo espressione alle numerose anime
di questa comitiva: la soul music e il gospel impressi nel canto di Susan, le
radici blues, il southern rock e l'improvvisazione di scuola Allman nella chitarra
slide di Derek, le pulsioni funk e r&b nella sezione ritmica, secondo quella sintesi
mirabile che un tempo operarono Delaney & Bonnie, primo e inevitabile metro di
paragone per la stessa Tedeshi Trucks Band.
Se già il predecessore, Made
Up Mind, si presentava come un passo deciso verso la maturità, il nuovo
corso bilancia i contributi dei singoli, non sacrifica le caratteristiche degli
stessi e sfrutta al meglio le qualità di una formazione oggi rinsaldata dagli
innesti in pianta stabile di Tim Lefebvre al basso e Alecia Chakour ai cori, che
si vanno ad aggiungere alle presenze già note del vocalist Mike Mattison, del
tastierista Kofi Burbridge e dei due percussionisti Tyler Greenwell e J.J. Johnson.
Concepito negli studi casalinghi ribattezzati Swamp Raga, sospinto da un'intensa
attività dal vivo (quasi duecento date soltanto nel 2014), che inevitabilmente
ha svolto un ruolo essenziale nel vivacizzare queste incisioni, Let Me Get By
è stato prodotto dallo stesso Derek Trucks con l'intenzione di lasciare le briglie
sciolte, concedendo più spazio alle idee della band. L'effetto è un disco dal
feeling naturale, bollente nel sound di pura marca sudista, senza dubbio votato
alla jam, eppure più contenuto e concentrato sulla visione d'insieme dei brani,
per la prima volta firmati da Susan Tedeschi in totale sintonia con il gruppo.
La compattezza del risultato è evidente, dall'introduzione fiammeggiante
di Anyhow, episodio tra i più riusciti e autentico
tour de force per l'interprete Tedeschi, soul woman di grande mestiere sollevata
da un avvolgente impasto di fiati, pianoforte e inconfondibile slide guitar nella
mani del marito. Il disco si incanala così lungo un percorso segnato, che alterna
momenti più imbebuti di umori da Memphis soul (Hear Me, il morbido atterraggio
finale di In Every Heart) ad altri febbricitanti
e carichi di tonalità gospel e r&b (Just as Strange,
ma soprattutto l'inno chiesastico I Want More).
In Don't Know What It Means la gioia della melodia e del canto, mischiata
alle spezie delle chitarre, pare persino evocare la stagione colorata di Sly &
the Family Stone, mentre al citato membro storico, Mike Mattison, sono
concesse un paio di uscite in veste di voce solista: si tratta del cabaret blues
di Right on Time e l'ammiccante Crying Over You
Swamp, il brano più "leggero" della raccolta, poi
sfumato nello strumentale dagli effluvi settanteschi intitolato Swamp Raga
For Hozapfel, Lefebvre, Flute And Harmonium.
L'edizione doppia, in
un'ammiccante confezione che richiama la forma di un amplificatore (azzarderei
il leggendario Blues Deluxe della Fender) contiene otto tracce che spaziano fra
incisioni dal vivo al Beacon Theatre di New York, mix alternativi dei brani ufficiali
e un paio di inediti frutto delle stesse sedute di registrazione.