David
Bromberg ha alle spalle una carriera lunga come le pagine gialle della sua
nativa Pennsylvania, fra dischi solisti, live, collaborazioni etc. suonando con
tutti i grandi del folk-blues-country come Dylan, Kris Kristofferson, Willie Nelson,
Jorma Kaukonen e fermiamoci qui perché altrimenti esauriamo lo spazio a disposizione.
Un personaggio eclettico, grandissimo chitarrista acustico, elettrico e il quale,
negli anni del ritiro dalle scene (1980-2002), è diventato un ottimo violinista
e ha aperto un negozio di riparazioni nel Delaware. Per cui se doveste passare
per Wilmington e il vostro violino necessitasse un check up, ricordatevi di fermarvi
da David Bromberg and Associates Fine Violins per una sistematina al volo. The
Blues, The Whole Blues and Nothing But The Blues è il suo diciottesimo
disco, come sempre un compendio di "American music" fatta con tutti i sacri crismi,
che potrebbero allegarla alla pagina dedicata di Wikipedia. C'è tutto quello che
serve, il blues elettrico, acustico (ricordiamoci che Bromberg, o così dice la
leggenda, prese lezioni direttamente dal reverendo Gary Davis), il country e il
folk, sempre fatto ai massimi livelli e cercando testi (quando non si tratta di
pezzi originali) arguti e ironici.
I brani non originali sono principalmente
risalenti agli anni '50, fra gli artisti che il giovane liceale David ascoltava
su 78 giri. Si abbracciano tutti gli stili di American music, come si diceva sopra,
da Walkin' Blues (una versione più indolente,
quasi come se fosse suonata nel caldo umido della Louisiana), How Come My Dog
Don't Bark When You Come 'Round (ripresa anche dall'amico Dr John nel 1993),
il classicissimo Kentucky Blues (di Little
Hat Jones, ma rifatto da numerosissimi grandi del fingerpicking fra cui anche
Roy Bookbinder), al blues di Chicago di Why Are People Like That? (reso
famoso da Muddy Waters), al jazzismo di A Fool For You
(di Ray Charles) e per passare al Sonny Boy Williamson di Eyesight To The Blind.
Un primo stacco di genere si ha con 900 Miles
(Woody Guthrie ne fu l'interprete più conosciuto), dove Bromberg ci
fa vedere che oltre ad essere un grande musicista ha preso anche lezioni di canto
e la personalizza cercando di farla sembrare interpretata da Howlin Wolf. Un gospel
ritmato suonato come in una chiesa del Sud è Yield Not To Temptation,
recuperato dal repertorio di Bobby Blue Bland, mentre You've
Been a Good Ole Wagon proviene dal repertorio di Bessie Smith, qui
in versione più "dixie". Bromberg ripropone Delia,
un traditional già presente nel suo primo disco, solo chitarra e voce, facendoci
capire che le lezioni di fingerpicking da Reverend Gary Davis saranno pur costate
care, ma hanno dato buoni frutti. The Blues, The Whole Blues and Nothing But
the Blues, title track, è un classico blues elettrico con sezione di fiati
ad accompagnare la band di Bromberg, mentre chiudono il disco This Month
e You Don't Have to Go, uniche due composizioni originali.
Accompagnto,
tra gli altri, da Butch Amiot al basso, Josh Kanusky alla batteria, Mark Cosgrove
alle chitarre e Nate Grower al fiddle, fra una riparazione di violino e l'altra,
Bromberg ha trovato il tempo di registrare un album che farà contenti i nostalgici
degli anni '50, quando non c'erano telefonini, mp3 e musica elettronica ma solo
degli ingombranti 78 giri e delle fonovaligie - che in tanti hanno provato a mettersele
in tasca ma niente… - per ascoltare "in movimento". Insomma, un'operazione molto
amarcord ma ci piace così. In fondo siamo dei nostalgici anche noi.