Willie Nelson Merle Haggard
Django and Jimmie
[
Sony
2015]

willienelson.com
merlehaggard.com

File Under: old outlaws ride again

di Fabio Cerbone (15/06/2015)

Gli ultimi fuorilegge rimasti in città, Willie Nelson e Merle Haggard conservano la memoria della country music che fu e gigioneggiano come da copione, servendo una collaborazione a quattro mani che mantiene quanto promette: una manciata di duetti che passano dalla nostalgia alla classe infinita, dal semplice compito discografico al commovente scandire del tempo. A trent'anni dal grande successo di "Pancho & Lefty", disco che riportava in auge la leggendaria title track firmata da Townes Van Zandt, nel mezzo altri incontri e persino una collaborazione a tre con lo scomparso Ray Price, Django and Jimmie fa incrociare un'altra volta le strade dei due vecchi pard nel segno dei ricordi. Non potrebbe essere altrimenti, con l'omonima canzone che omaggia gli eroi giovanili di Willie e Merle, quel Django Reinhardt che ispirò le effusiosi jazzy e zingaresche della chitarra di Nelson e quel Jimmie Rodgers che avviò Haggard sulla strada dell'America perduta (gli dedicò lo splendido Same Treain Different Time, uno dei capolavori del suo vasto catalogo).

Django and Jimmie è stato il frutto di un'intuizione intelligente del produttore Buddy Cannon, che ha spedito la canzone omonima ai due artisti, mettendo in moto il processo dell'intero progetto. Il resto sono rielaborazioni di vecchi successi, dove i ruoli spesso si scambiano (la Family Bible di Nelson che Merle interpreta con una voce sempre più densa; la Somewhere Between di Haggard che Willie scioglie in un languore country da ore tarde), oppure cover d'eccezione (la dylaniana Don't Think Twice, It's Alright rimessa a nuova vita con un incedere dolce e malinconico) e ancora inediti appositamente regalati da un team di musicisti e autori che la giovane Nashville ha messo a disposizione (captiamo la presenza di Jamey Johnson nella spiritosa It's All Going to Pot, honky tonk introdotto da un florilegio di fiati mariachi sulla scia del classico Ring of Fire).

Dunque si tratta di una calibrata combinazione di mestiere e passione questo Django and Jimmie e di più non si potrebbe chiedere: per i capolavori rimandiamo all'infinita produzione dei singoli artisti (d'altronde neppure le passate collaborazioni avevano fatto gridare al miracolo), ma nella sua lezione di stile, di fraseggio e finanche di parsimonia musicale (non uno strumento fuori posto, nulla che non tenga fede a una lunga tradizione), l'album offre le disarmanti confessioni della vecchiaia in Live This Long, lo swing delizioso di Alice in Hulaland e il robusto suono outlaw di It's Only Money (a cui andrebbe aggiunta la ripresa dell'immortale Swinging Doors di Haggard), e soprattutto le memorie di una frizzante Missing Ol' Johnny Cash, dove il titolo dice tutto e il buon Bobby Bare, altro gigante ancora in circolazione, si aggiunge ai due compari in un fuoco di linea che riassume sessant'anni abbondanti di country music.


    


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