Willie Nelson and Sister Bobbie
December Day: Willie's Stash Vol. 1
[Sony/ Legacy
2014]

www.willienelson.com

File Under: country rilassato

di Paolo Baiotti (11/02/2015)

Willie Nelson, classe 1933, ha superato gli ottant'anni, ma non ha alcuna intenzione di rallentare la sua attività. Mentre i suoi coetanei si godono la pensione più o meno serenamente a seconda degli acciacchi e delle possibilità finanziarie, continua imperterrito a girare gli Stati Uniti con il suo autobus, fuma erba per rilassarsi e durante i trasferimenti si diverte a jammare con la sorella Bobbie (classe 1931…evidentemente la famiglia Nelson è di sana e robusta costituzione) e gli altri musicisti della Family Band. Negli ultimi due anni ha pubblicato quattro album in studio; December Day è il più recente, il primo della serie "Willie's Stash" che dovrebbe raccogliere proprio le jam sopra citate, con esecuzioni rilassate e informali di brani di varia provenienza e di vario genere.

Non tutti i dischi realizzati negli ultimi quindici anni meritano attenzioni particolari; tra country, reggae, pop e tributi ci sono stati episodi trascurabili, ma non è il caso di December Day che, seppur pubblicato in sordina quasi come un prodotto secondario, risulta uno dei più riusciti della produzione recente. Un disco minimale ed essenziale con pochi strumenti: la chitarra acustica, a tratti magistrale, di Willie quasi a rimarcare le sue doti di strumentista, il piano indispensabile di Bobbie, l'armonica di Mickey Raphael, raramente così ispirata ed efficace, in qualche brano una sezione ritmica discreta e rispettosa. Un disco dai toni sobri ed autunnali, che probabilmente rispecchia l'età matura e i sentimenti dell'autore e ha la sola ambizione di rappresentarne influenze e preferenze, riuscendo nell'intento con una sobrietà e una naturalezza invidiabili.

Emergono la passione per il compositore Irving Berlin nella pianistica Alexander's Ragtime Band che apre il dischetto, nel lento Always che non avrebbe sfigurato in Stardust e nella ballata What'll I Do, dove la voce ancora rimarchevole di Willie è accompagnata dal piano e da qualche tocco di armonica, l'influenza di Django Reinhardt nel morbido strumentale Nuages, profumato di inflessioni latine e il jazz di Al Jolson nell'intensa The Anniversary Song. Nelson riprende con riusciti arrangiamenti minimali alcune tracce del suo repertorio come l'evocativa My Own Peculiar Way, la morbida Who'll Buy My Memories (solo voce, chitarra e armonica) e Is The Better Part Over, velata di malinconia, proponendo una manciata di inediti tra i quali la jazzata Amnesia e Laws Of Nature che riafferma l'impegno ambientalista. Talvolta affiora una sensazione di monotonia, trattandosi quasi esclusivamente di tempi lenti, ma il risultato finale è significativo, inaugurando in modo apprezzabile una serie di incisioni che si presenta nel migliore dei modi.


    


<Credits>