Trattandosi ormai di un'onda travolgente, direi quasi inarrestabile, qualcuno
potrebbe anche essersi scordato che Johnny Flynn fu uno dei primi e forse
meno studiati fenomeni del "nuovo folk" dalla terra britannica: il suo A
Larum prometteva delizie e soddisfazioni per chi aveva già trovato
in Laura Marling la controparte femminile, un esordio cresciuto con il passaparola
e impostosi quindi su vasta scala, con tutti i meriti del caso, sia detto. Ma
Flynn non era artista da restare imbrigliato in un clichè e le sue attitudini
artistiche un po' raminghe lo hanno prima spinto verso Been
Listening, seconda prova non del tutto a fuoco, dal carattere più estroso
e con il contributo della backing band Sussex Wit, quindi ad alimentare la sua
passione per la recitazione e il teatro. Da qui arrivano le ultime notizie sulla
sua carriera: un ruolo nella compagnia shakespeariana Propeller e persino un imminente
partecipazione cinematografica al fianco di Anne Hathaway, impegni che evidentemente
non lo hanno trascinato via dalla principale attività, la musica.
Anzi,
Country Mile anticipa l'avvio di un tour europeo sulle grandi distanze
e presenta una produzione per la prima volta indipendente, con il solo apporto
dell'amico Adam Beach del collettivo The Sussex Wit: forse per questo motivo il
disco suona come un parziale ritorno alla moderazione folk origini e al tempo
stesso come una sintesi di quanto ricercato da Johnny Flynn sino ad oggi. Non
entra in circolo insomma il fattore sorpresa, semmai una rielaborazione dei temi
indagati nelle opere precedenti: Country Mile è un album di melodie circolari
e ancora dal sottile sapore antico, sulle quali Flynn innesta la sua particolarissima
voce e quella naturale inclinazione nello scrivere filastrocche agrodolci, poggiate
su arpeggi elettro-acustici. Il limite è una formula che stiracchia armonie troppo
familiari e ripetitive, a volte un unico brano rivoltato su diverse facciate;
il pregio, invece, la naturalezza e il sapore di un folk lievemente ammodernato
senza rinnegarne le radici.
Ci sono momenti solari e intensi nella scaletta
di Country Mile, metafora di un viaggio di e per la vita, con i suoi incidenti
di percorso e i momenti bui dell'esistenza: la stessa title track ad esempio,
o il primo singolo The Lady is Risen, i singolari
ritmi dagli influssi sud-americani di Fol-De-Rol,
gli inediti orizzonti americani di una steel guitar sullo sfondo di After
Eliot, nell'insieme brani speziati con piccoli ingredienti, una folata
di fiati, un organetto, coretti dal fraseggio curioso. Idee semplici che sottendono
del resto ballate altrettanto semplici (Murmuration,
Einstein's Idea, ovvero la teoria della relitività spiegata ad un bambino…Flynn
è da poco divenuto padre), a tratti tuttavia con il rischio di finire nel calderone
indistinto (e un po' indigesto) dei "figli di Mumford" (Tinker's
Trail), anche quando Flynn non lo meriterebbe affatto: la malinconia
dolciastra di Time Unremembered dimostra quanto
meno una sensibilità più profonda. Al prossimo episodio il compito di sciogliere
qualche riserva e magari indicare una possibile ripartenza.