Johnny Flynn
Country MIle
[
Transgressive Records 2013]

www.johnny-flynn.com

File Under: new wave of british folk

di Fabio Cerbone (04/10/2013)

Trattandosi ormai di un'onda travolgente, direi quasi inarrestabile, qualcuno potrebbe anche essersi scordato che Johnny Flynn fu uno dei primi e forse meno studiati fenomeni del "nuovo folk" dalla terra britannica: il suo A Larum prometteva delizie e soddisfazioni per chi aveva già trovato in Laura Marling la controparte femminile, un esordio cresciuto con il passaparola e impostosi quindi su vasta scala, con tutti i meriti del caso, sia detto. Ma Flynn non era artista da restare imbrigliato in un clichè e le sue attitudini artistiche un po' raminghe lo hanno prima spinto verso Been Listening, seconda prova non del tutto a fuoco, dal carattere più estroso e con il contributo della backing band Sussex Wit, quindi ad alimentare la sua passione per la recitazione e il teatro. Da qui arrivano le ultime notizie sulla sua carriera: un ruolo nella compagnia shakespeariana Propeller e persino un imminente partecipazione cinematografica al fianco di Anne Hathaway, impegni che evidentemente non lo hanno trascinato via dalla principale attività, la musica.

Anzi, Country Mile anticipa l'avvio di un tour europeo sulle grandi distanze e presenta una produzione per la prima volta indipendente, con il solo apporto dell'amico Adam Beach del collettivo The Sussex Wit: forse per questo motivo il disco suona come un parziale ritorno alla moderazione folk origini e al tempo stesso come una sintesi di quanto ricercato da Johnny Flynn sino ad oggi. Non entra in circolo insomma il fattore sorpresa, semmai una rielaborazione dei temi indagati nelle opere precedenti: Country Mile è un album di melodie circolari e ancora dal sottile sapore antico, sulle quali Flynn innesta la sua particolarissima voce e quella naturale inclinazione nello scrivere filastrocche agrodolci, poggiate su arpeggi elettro-acustici. Il limite è una formula che stiracchia armonie troppo familiari e ripetitive, a volte un unico brano rivoltato su diverse facciate; il pregio, invece, la naturalezza e il sapore di un folk lievemente ammodernato senza rinnegarne le radici.

Ci sono momenti solari e intensi nella scaletta di Country Mile, metafora di un viaggio di e per la vita, con i suoi incidenti di percorso e i momenti bui dell'esistenza: la stessa title track ad esempio, o il primo singolo The Lady is Risen, i singolari ritmi dagli influssi sud-americani di Fol-De-Rol, gli inediti orizzonti americani di una steel guitar sullo sfondo di After Eliot, nell'insieme brani speziati con piccoli ingredienti, una folata di fiati, un organetto, coretti dal fraseggio curioso. Idee semplici che sottendono del resto ballate altrettanto semplici (Murmuration, Einstein's Idea, ovvero la teoria della relitività spiegata ad un bambino…Flynn è da poco divenuto padre), a tratti tuttavia con il rischio di finire nel calderone indistinto (e un po' indigesto) dei "figli di Mumford" (Tinker's Trail), anche quando Flynn non lo meriterebbe affatto: la malinconia dolciastra di Time Unremembered dimostra quanto meno una sensibilità più profonda. Al prossimo episodio il compito di sciogliere qualche riserva e magari indicare una possibile ripartenza.


     


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