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The Bevis Frond
Little Eden
[Fire records 2021]

Sulla rete: firerecords.com

File Under: british indipendent icon


di Paolo Baiotti (11/09/2021)

The Bevis Frond è dal 1987 la principale creatura di Nick Saloman, attivo già nella seconda metà degli anni Sessanta, che possiamo considerare come una guida spirituale del movimento rock underground inglese, uno di quei personaggi ai quali non si può che voler bene. Mischiando psichedelia, space rock, pop e hard rock con un fondo di malinconia nella voce, al 100% british, influenzato allo stesso modo dalle melodie di Beatles, Byrds e Kinks e dalla passione per il suono chitarristico delle grandi band californiane, è tuttora un esempio di fiera indipendenza, pubblicando sulla sua label Woronzow o su Fire.

Oltre a incidere dischi con regolarità anche con progetti paralleli o come ospite, è proprietario di un negozio di dischi usati nell’Essex nonché animatore del magazine Ptolemaic Terrascope. Ha esordito con il notevole Miasma, toccato vertici notevoli con il successivo Inner Marshland, il magnifico Triptych e con New River Head nel ’91, rallentando poi l’attività nel nuovo millennio, in cui comunque ha pubblicato una decina di dischi e ha seguito la ristampa molto accurata del materiale più datato. Little Eden è un doppio ambizioso album in cui, come quasi sempre in studio, Nick suona tutti gli strumenti, mentre dal vivo è accompagnato dai fedeli Adrian Shaw (basso), Dave Pearce (batteria) e Paul Simmons (chitarra). La triste foto di copertina, che rappresenta un casermone periferico ripreso anche dal video della title track, si contrappone al titolo apparentemente ottimistico, mentre i testi riflettono il pensiero amaro e pungente di Saloman sulla decadenza del paese.

Venti tracce possono sembrare troppe e forse un paio di tagli si potevano fare, ma si può solo apprezzare un musicista che dopo 35 anni di attività è in grado di tirare fuori gioiellini come la scanzonata opener Everyone Rise dal testo sarcastico, l’epica e pungente And Away We Go che ondeggia tra Neil Young e Jimi Hendrix, la nostalgica They Will Return, la preziosa ballata Hold Your Horses, la lenta e sognante As I Lay Down To Die con un finale psichedelico da urlo, l’heavy rock Start Burning o il pop-rock My Own Hollywood, terminando con l’epica Dreams Of Flying in cui la chitarra si lascia andare liberamente, degna conclusione di un album che conferma le qualità migliori di un artista di spessore.


    


<Credits>