Charlie Parr
Keep Your Hands on the Plow
[
House of Mercy  
2012]

www.charlieparr.com
houseofmercyrecordings.com


File Under: old time, country gospel

di Davide Albini (02/03/2012)

"All songs traditional, arranged by Charlie Parr": e con questo dovreste farvi già un'idea precisa di quello che vi aspetta all'ascolto di Keep Your Hands on the Plow, raccolta di vecchie folk song dall'anima gospel ad opera dell'iper-attivo Charlie Parr, chitarrista e autore del Minnesota. Nel giro di un paio d'anni, infatti, il nostro protagonista non è rimasto con le mani in mano: due dischi a firma solista (sono una decina a partire dal 2003!), sempre molto autarchici come concezione (in genere incisi con pochi mezzi e completamente in solitaria) e altrettante collaborazioni, tra cui Glory in the Meeting House (esordio per la House of Mercy del 2010) registrato con la band della Virginia, i Black Twig Pickers. Avrete capito che abbiamo a che fare con l'old time music americana più intransigente, canzoni come fantasmi che celebrano gli spiriti della Carter Family o di Dock Boggs, insomma di quelle affascinanti, misteriose sonorità che hanno avuto come progenitrice di tutte l'Anthology of American Folk Music di Harry Smith, più volte citata in queste occasioni.

Pur essendo un disco "di genere", che richiede una grande predisposizione verso questa tradizione, Keep Your Hands on the Plow resta comunque un lavoro di profonda conoscenza, ammirevole per l'autorità con cui Charlie Parr dimostra di conoscere la materia. Gospel Plow, Jesus Met the Woman at the Well, God Moves on the Water, Poor Lazarus, sono inni di chiara matrice gospel e spiritual, riletti dalla piccola orchestrina di Parr con un'osservanza direi quasi maniacale nei confronti degli originali. Potrebbe trattarsi di un limite, va detto, ma la fedeltà al canone originale mi pare che possa offrire anche la possibilità di conoscere e comprendere un repertorio che non tutti sono abuituati ad indagare, anche fra gli stessi appassionati di Americana e dintorni. Tra i brani in evidenza Daniel in The Lion's Den, introdotta da uno splendido slidin' alla chitarra che ricorda il migliore Ry Cooder; All the Good Times are Past and Gone, che avrebbe fatto un figurone nella colonna sonora di Oh Brother Where Art Thou? (Fratello Dove Sei dei Cohen, da poco riproposto in versione deluxe); mentre East Virginia Blues è una cupissima ballad per banjo e fiddle e Who Will Deliver Poor me? un ragtime blues che evidenzia le doti strumentali di Parr.

Accompagnato dalla moglie Emily al canto (un po' come dei novelli June e Johnny Cash dentro la grande tradizione della Carter family), Charlie Parr ha scelto come compagni di viaggio il duo old time dei Four Mile Portage (Tom Maloney al banjo e chitarre e Brandy Forsman al fiddle) oltre ad Alan Sparhawk e Mimi Parker dalla ben nota indie band dei Low. Proprio la batteria della Parker compare per l'unica volta in tutto il disco nel finale di Poor Lazarus: i rintocchi quasi tribali e ridotti al minimo dei tamburi accompaganno otto minuti di uno scuro brano folk, dove spunta persino una lontana chitarra elettrica sullo sfondo.



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