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Orleans roots sound di
Davide Albini (09/04/2012)
Pianista,
fisarmonicista e autrice con un passato nel gruppo tutto femminile di ispirazione
country cajun Evangeline (due dischi per la MCA e un discreto successo regionale
nei primi anni 90), Beth McKee è da considerare una veterana a tutti gli
effetti della scena roots & blues nata intorno a New Orleans, la stessa, per intenderci,
che ha espresso musicisti come The Subdudes (non a caso Tommy Malone partecipa
con un cameo alla slide guitar in questo album) e Anders Osborne. Da diverso tempo
trasferitasi in Florida, ma sempre attiva fra la Lousiana e Nashville, Beth McKee
ha assorbito una buona parte della tradizione locale sudista, cucinando la sua
ricetta fatta di rhythm'n'blues, zydeco, country, soul e southern rock, in una
sorta di versione al femminile di Delbert McClinton, o se preferite in una variante
più tradizionale di Bonnie Raitt.
In Next to Nowhere, secondo
lavoro solista prodotto da Tony Battaglia, la McKee mette a frutto la sua esperienza
ventennale grazie ad una miscela di profumi e sapori locali che ci parlano direttamente
delle sue origini. Le collaborazioni con Tab Benoit, Buckwheat Zydeco, Jimmy Buffett
e su tutti il misconosciuto Bobby Charles - vera e propria icona della scena roots
di New Orleans, recentemente scomparso, a cui Beth dedicò il precedente album
I'm That Way - ha influito parecchio sulla scrittura di questa musicista,
che dallo spensierato suono made in Louisiana della title track e di Not
Tonight Josephine (Dr. John e Professor Longhair i chiari punti di
riferimento) al funky di Shoulda Kept On Walkin'
(i fiati sono di Charles DeChant, collaboratore di Hall & Oates) per arrivare
alla romantica soul ballad New Orleans to Jackson
guidata dal fiddle di Jason Thomas, non fa nulla per nascondere le sue fonti di
ispirazione.
Accompagnata dal marito Juan Perez (Bellamy Brothers, Earl
King e altri nel suo curriculum) alla batteria, anche co-autore di diversi episodi,
Beth McKee attraversa più stili mantenendo le qualità avvolgenti, calde della
sua voce, presenza importante soprattutto nella seconda parte di Next To Nowhere,
quella più pepata diciamo così, con una decisa svolta elettrica. Dopo l'organo
e i colori gospel di River Rush, infatti,
spunta il blues rock arcigno di Tug of War,
meno originale forse ma dalle bollenti atmosfere che ci vengono rovesciate addosso
dal piano della stessa McKee, e soprattutto il rock'n'roll sudista di Someone
Came Around, che mi ha riportato agli esordi della sfortunata Susan
Marshall con le Mother Station (qualcuno le ricorda?). In netta crescita qualitativa
il disco spara le cartucce migliori proprio nel finale: dal suono chiaramente
rootsy con slide, fiddle e accordion in Same Dog's Tail
alla gioiosa parentesi soul rock di Return to Me,
sorretta da un trascinante coro gospel. Chiude la più bluesata Already Mine.
Un disco e una musicista pronti per surriscaldare i palchi più disparati, dai
juke joint sperduti ai templi del genere come il Tipitina.