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depression folk music di
Marco Poggio (16/10/2012)
Paiono
personaggi del "Furore" steinbeckiano, Pokey LaFarge e i suoi South City
Three, quattro hobo in viaggio su di un treno merci verso l'assolata California,
in una nuova, neanche poi tanto, immaginaria Grande Depressione. E dal passato
i nostri attingono sonorità e tematiche, rileggendole attraverso un ruspante impasto
acustico a base di jazz primigenio, western swing, ragtime e country blues. Se
i precedenti lavori in studio, avevano mostrato la freschezza della loro proposta
musicale, è dal vivo che il quartetto riesce ad esprimere al meglio le proprie
potenzialità, come ben immortalato in questo Live in Holland. Una
venue sountuosa, il Paradiso di Amsterdam, quattro musicisti in grande spolvero,
una manciata di trascinanti canzoni, ed un pubblico in delirio; questi gli ingredienti
di quella che è una perfetta fotografia del loro odierno live show.
Se
figura centrale intorno alla quale ruota l'intera esibizione è il sempre più istrionico
Pokey LaFarge, i South City Three non si limitano tuttavia al mero accompagnamento,
ritagliandosi in più d'un occasione il proprio spazio. Adam Hoskins può così dare
sfoggio della propria tecnica chitarristica, mentre il pulsare insistente del
contrabbasso di Joey Glynn crea il tappeto ritmico perfetto per le evoluzioni
all'armonica di Ryan Koening che, destreggiandosi anche alla washboard e al rullante,
è l'autentico jolly del trio. L'inizio del concerto è a dir poco scoppiettante,
con l'energica ripresa di Devil ain't lazy,
vecchio brano marchiato Bob Wills, alla quale fa seguito una vibrante Can't
be satisfied, con Koening a soffiare con forza dentro il suo piccolo
strumento. Se Fan it è un tuffo nella tradizione
western swing, stemperando in parte gli accesi toni della serata, già con l'esuberante
Pack it up e il boom chicka boom di Walk
your way out of town si ritorna su di ritmi sostenuti, prima di una
Two-faced Tom, al cui "call and response"
partecipa tutto il pubblico.
Il fantasma di Jimmie Rodgers fa invece la
sua comparsa, insieme a quelli della Memphis Jug Band, in una splendida In
the graveyard, con un'intensa interpretazione vocale, al limite del
recitato, del buon Pokey, che si ripete nell'alcoolica Drinkin whiskey tonight.
Cairo, Illinois è una superba ballata dal
retrogusto country folk, mentre si rifà all'old time music Claude
Jones, tra il metallico picchiettare della washboard di Koening ed
un kazoo affidato alle labbra di Pokey. Kazoo che ritroviamo anche nell'apocalittica
coralità di Hard times come and go, prima
di giungere al tripudio finale di una La la blues,
diventata ormai un piccolo classico. Una musica, quella del quartetto del Missouri,
senza tempo, che pare trovare sulle assi del palcoscenico la sua vera ragion d'essere.
D'altronde la loro, citando lo stesso Pokey LaFarge, "it's not retro music, it's
American music that never died". Anzi, è più viva e arzilla che mai.