File Under:
pop-rock, folk di
Emilio Mera (26/05/2012)
A
volte i titoli dei dischi sembrano presagire il contrario di quello che uno può
aspettarsi. Così succede con Behind a Veil ottavo album per Jess
Klein. La cantautrice di Austin non si nasconde dietro nessun velo, ma esce
allo scoperto con un disco vero che è a tutti gli effetti un album "Suo", nessuna
etichetta discografica (un po' discutibile la scelta della foto di copertina),
nessun management a supporto ma completa libertà e nessuna interferenza tra lei
e l'ascoltatore. "Questa è la mia musica, questa è la mia maniera di esprimermi,
questo è quello che ho da offrire, prendere o lasciare" recita nel foglietto che
accompagna il promo Cd.
Behind a Veil è un album di un artista che ha
raggiunto la maturità, elegante e adulto, che dimostra la crescita della cantante
e dove la sua deliziosa voce è sempre messa in primo piano. Dal primo all'ultimo
minuto della raccolta, la voce di Jess, a volte viscerale a volte ariosa e altre
dolce come lo zucchero a velo, ti accompagnerà trascinandoti in un vortice di
forti emozioni. Il suo rimane un elegante pop d'autore con sprazzi di rock, folk
e country che si snoda su ballate ad ampio respiro e pezzi rockeggianti, tutti
mescolati al meglio dalla sua band, che riesce a creare un suono solido e robusto.
Behind A veil è il resoconto di un anno difficile per Jess Klein, contornato dalla
perdita del padre, dalla lotta contro una brutta malattia fino alla separazione
con il suo vecchio compagno.
La songstress ormai texana d'adozione, ci
fa entrare nel suo mondo con la titletrack aperta da un riff potente e diretto
e dalla sua voce dal timbro dolce amaro che ricorda sia Lucinda Williams che Sheryl
Crow. Con Wilson Street Serenade Jess ci afferra
per mano con una ballad dai toni soul ben costruita, con la sua voce sempre capace
di regalarci forti emozioni. La decisa Lover And Friends
entra piano piano nel nostro cuore ma alla fine sembra uno dei brani più riusciti
della collezione, grazie ad un bel ritornello e a una sezione ritmica potente
e precisa. Anche Beautiful Child dopo pochi
ascolti è capace di farti rinascere con la sua dolce melodia punteggiata dalla
voce, questa volta sussurrata della cantante di Austin, mentre Tell
Me This Is Love ti fa rimettere i cowboy boots belli puliti pronti
per essere mostrati sul dancefloor del bar più vicino. La riflessiva Riverwiev,
che è stata scritta qualche anno fa, è costruita su qualche nota di banjo, acustica
e piano e riporta a contatto con la natura incontaminata, spesso solitaria ma
sempre affascinante. Mona deve molto alle
cantautrici dei '70, da Carole King a Joni Mitchell, mentre i due brani finali,
A Room Of Your Own e Unwritten
Song, chiudono l'album un po' sottotono. Un album onesto e sincero,
che ha i suoi alti e bassi ma che conferma la crescita di Jess nel mondo del cantautorato
americano con la C maiuscola.