File Under:country-rock,
folk di
Paolo Baiotti (10/10/2012)
Dopo
l'esordio del 2008 The Vain Hope Of Horse, influenzato in parte da un rock and
roll stradaiolo e in parte da un punk grezzo ed essenziale, un disco nato dalla
collaborazione con alcuni membri dei Greedy Souls e con altri musicisti più esperti
(Tom Morello, Wayne Kramer, Nels Cline), per il secondo album Jason Heath
ha voluto coinvolgere maggiormente la sua band, i Greedy Souls, un quartetto formato
alla fine del 2006 comprendente chitarra, basso, batteria, tastiere e fisarmonica,
con il leader alla voce, chitarra, banjo e armonica. Jason è nato a Los Angeles
e cresciuto nel sud della California, ma la sua musica non è particolarmente influenzata
dal suono della costa ovest, essendo più vicina anche nei testi alla tradizione
della working class americana, con testi basati sui temi tradizionali (amore,
perdita, rinascita, ricerca di giustizia) senza guizzi particolari.
E
lo stesso si può dire del suono della band: canzoni piacevoli e scorrevoli, arrangiate
e prodotte con attenzione, permeate di un'uniformità di fondo che chiaramente
condiziona il giudizio finale sul dischetto. La voce di Heath con aiuta: è melodica
e accattivante, ma sembra mancare di profondità e di anima, proprio come il suono
del gruppo. La presenza alle tastiere e accordion di Jason Federici (spesso
in primo piano), figlio del povero Danny...proprio il leggendario tastierista
della E Street Band che ci ha lasciato prematuramente, ha contribuito alla popolarità
crescente dei Greedy Souls, che hanno trovato un appoggio in Dave Marsh e partecipano
alle attività del Danny Fund, creato per raccogliere fondi per combattere il melanoma
che ha ucciso Danny. I ragazzi sono anche impegnati in un fondo benefico creato
da Wayne Kramer degli MC5 e nella Midnight Mission, un gruppo che aiuta gli homeless.
Pur simpatizzando per le iniziative benefiche nelle quali sono coinvolti,
Packed For Exile non convince se non a tratti. L'opener California
Wine, scanzonato brano melodico guidato dalla fisarmonica, non è niente
male ed è stato scelto come primo singolo, Devil Ain't
Talkin' è un rock grintoso ed incisivo, con un azzeccato tappeto di
tastiere, This Blind Heart una discreta ballata
con un calibrato assolo di chitarra, Truth Rag un
mid tempo folk ritmato che ricorda i Decemberists, Ghost
In My Home una melanconica ballata con la seconda voce di Alexa George,
God's Name In Vain un polemico brano contro la guerra aspro anche nella
musica guidata da una chitarra distorta, ma alla fine ci sono troppe canzoni che
si assomigliano per poter ritenere Packed For Exile pienamente riuscito.