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country folk, singer songwriter di
Emilio Mera (06/03/2012)
Anche
se Dylan lo negò, Blood On the Tracks parlava delle sue personali esperienze,
dei suoi amori persi ed é per molti il suo album migliore. La musica che nasce
dal dolore ci alza il morale, ci fa sentire meglio perché ci ricorda che nonostante
tutto si può sopravvivere e ci si può riprendere. Crystal City,
secondo album per Chelsea Jane Crowell, fa proprio questo, pur nascendo
da negative esperienze e da amori finiti male. Cresciuta tra Nashville e New York,
ha studiato lettere e poesia a Memphis e Charleston ritornando nella sua amata
Nashville, riabbracciando così la musica con la quale è cresciuta. Chelsea è la
seconda figlia (di tre) di due leggende della country music - Rodney Crowell e
Rosanne Cash - e come loro e il nonno John ha l'arte del songwriting che scorre
nel proprio DNA. Come il suo omonimo debutto datato 2009, Crystal City è uscito
per la Cleft Records (che vanta nella sua scuderia un'altra bellissima sorpresa
come Jonny Corndawg) e come l'esordio è prodotto dal partner/compagno Lonely John
Hutchins, capace di sostenere Chelsea con la sua voce o la sua chitarra e trovando
sempre la melodia giusta. Accompagnano Ms. Crowell anche Dave Gleason con
la sua chitarra twangy e Ben Martin (William Oldham, Charlie Louvin) alla batteria.
Pur essendo la figlia di due personaggi importanti della country music,
Chelsea Crowell é riuscita, nell'arco di soli due album, a lasciare una sua personale
impronta per niente derivativa maturando uno stile originale costruito su pochi
strumenti e sulla sua voce notturna, indelebile e carica di pathos. Il suo stile
è spesso chiamato "Outlaw Torch", ovvero torch songs intime, lente e malinconiche
dall'accento marcatamente country che prende spunto dall'insegnamento di Hank
Williams e Townes Van Zandt (oltra da tutta la musica fatta ascoltare da mamma
e papà). La breve Move On, marcata da un lento
picking, alza il sipario al singolo I'm Gonna Freeze,
rockeggiante che fa leva su una rombante sezione ritmica che rimanda alla prima
Neko Case. Si può immaginare la sorpresa dei presenti in un cool bar di NY o LA
ascoltando la voce di Chelsea e l'incredulità di sapere che è la nipote di Johnny
Cash. La parte centrale dell'album si basa sulla ballata Baptized
(Part 1 & 2). La Parte 1 è una sorprendente ballad post apocalittica
dalle tinte notturne, punteggiata dalla voce e da pochi accordi di chitarra. La
seconda è ancora più raccolta e struggente, costruita intorno all'acustica e ad
un tono (in low key) di organo come utilizzato dai Low Anthem.
La strumentale
For Stormy era inizialmente stata scritta
con testo, ma dopo una notte tempestosa (come spesso accade nel Tennessee), Chelsea
decise di togliere il cantato ed aggiungere una lap steel insieme ad alcuni effetti
che diano l'idea della tormenta. Don't Talk About the
Girls e Better Than Her sono due
honky tonk ballads di sicura presa e sono gli unici due brani dalle sonorità prettamente
country in puro '70 Am Radio style. La title track è un'altra irresistibile cavalcata
punteggiata da un riff di chitarra twangy, che deve molto anche al nostro Ennio
Morricone (specificatamente alle sue soundtrack dei film Western ). La finale
Remind Me é un riuscito duetto con il compagno
Loney, una sorta di ballata alla Sid & Nancy che ci ricorda come Chelsea sia una
songwriter che ha stoffa da vendere e che sicuramente seguirà i passi della sua
illustre famiglia, anche se lo farà alla sua maniera seguendo la propria strada.
Un album tremendamente confessionale ed intimo; un'altra piacevole sorpresa dalla
Cleft Records.