Kate Campbell
1000 Pound Machine
[
Large River Music
2012]

www.katecampbell.com


File Under: folk rock, southern music

di Fabio Cerbone (16/05/2012)

Sono passati pochi mesi dal live acustico Two Nights in Texas, sorta di riassunto della carriera in chiave unplugged per Kate Campbell, e oggi la ritroviamo pronta ad una ripartenza con un album interamente composto al pianoforte. Lo strumento appreso da bambina, a soli sette anni, l'aveva abbandonata nei giorni dell'adolescenza e nella stagione della sbocciatura artistica, quando la cantautrice della Lousiana aveva abbracciato la chitarra e il credo di un maturo folk rock. Un'autrice profonda e personale, che ha sempre mediato fra l'intimità delle sue emozioni e la struggente osservazione del Sud e della sua gente, grazie ad una innegabile formazione tra soul e gospel. La voce tremula e molto elegante della Campbell è sempre stata un limite e un pregio in questo percorso: melodica al punto giusto per esaltare l'introspezione delle liriche, un po' troppo impostata per accentuare le radici sudiste insite nelle sue ballate.

Questo "difetto" emerge assai di più nella prospettiva elegante in cui si pone l'intero 100 Pound Machine, disco registrato a Nashville con l'intellighenzia della scena roots cittadina e non solo: produce Will Kimbrough, ed è già una garanzia di professionalità e gusto, mentre un parterre de roi (praticamente un pezzo di storia degli studi di Muscle Shoals) che comprende lo stesso Kimbrough alle chitarre, David Hood (padre di Patterson dei Drive By truckers) al basso, Spooner Oldham all'organo e David Henry agli archi ricama intorno alle canzoni della Campbell. Anche la più famosa collega Emmylou Harris è della partita: le sue armonie vocali spuntano nel rarefatto country blues Alabama Department of Corrections Meditation Blues, episodio fra i più interessanti di un lavoro altrimenti eccessivamente lezioso e monocorde nelle atmosfere. La title track è ripetuta in due versioni, chiudendo la raccolta in chiave solo strumentale, mentre un'altra traccia non cantata spezza idealmente a metà il disco (The Occasional Wailer).

Il resto si baracamenta su una lunga trafila di delicate soul ballad pianistiche che alternano ricordi personali (Red Clay After Rain) e storie in cui la Campbell eccelle per piccole pennallate d'autore (Montgomery to Mobile, dove immagina Rosa Parks, sinbolo dei diritti civili, e il governatore razzista George Wallace, seduti fianco a fianco sul bus). Non si discute infatti la scrittura, costantemente in equilibrio fra immagini poetiche e memorie concrete, ma certo un maggiore brio, anche produttivo (Kimbrough mantiene piano e voce al centro della scena, il resto è sin troppo frenato) avrebbe giovato a spunti interessanti come Spoonerville (dedica speciale proprio a Spooner Oldham). Kate Campbell preferisce invece immergersi nella sua densa spiritualità cristiana, approfittando del pianoforte come strumento che lascia emergere l'educazione gospel della musicista: la preghiera di Walk With Me e le descrizioni di God Bless You Arthur Blessitt (predicatore sudista che gira gli States portandosi appresso la croce di Cristo) ne sono la dimostrazione più lampante.


   


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