Sera Cahoone
Deer Creek Canyon
[
Sub Pop
2012]

www.seracahoone.com


File Under: folk-country, songwriter

di Emilio Mera (22/11/2012)

Ci sono pochi album che nella loro delicata fragilità e melanconia sono diventati in questi ultimi anni oggetti di culto. Nel folk al femminile basti citare Cat Power (Moon Pix), Alela Diane (The Pirate Gospel) cui aggiungerei il primo omonimo album di Sera Cahoone del 2005, ristampato l'anno successivo dalla sempre attenta Sub Pop. Album che hanno in comune un forte amore per la natura, una passione per un certo folk minimalista basato su pochi accordi, spesso malinconico capace di farti aprire il cuore e in grado, ad ogni ascolto, di trasmettere le stesse forti sensazioni. Quella di Sera è una classica storia americana, figlia di un venditore di dinamite delle Rocky Mountain ha vissuto nel Colorado iniziando a soli dodici anni a suonare la batteria. A ventuno anni si posta a Seattle dove ha suonato la batteria per i Carissa Wierd e nel primo album del Band Of Horses (Everything All The Time) oltre a concentrarsi sulla sua carriera solista, che l'ha portata al bellissimo omonimo esordio.

La qualità migliore della cantante di Seattle è quella di unire ad un'attitudine indie folk, un amore per le radici folk e le tradizioni country. Le sue canzoni sono arrangiate in maniera semplice, una chitarra, un violino, un'armonica spesso un banjo. Non serve nient'altro a mettere in evidenza la sua profonda voce, capace di evocare gli spazi aperti del nord est americano, la natura e in grado di colpire l'ascoltatore al petto. A parte la sua delicatezza, Sera mette in evidenza anche una certa malinconia e tristezza nei suoi testi, alternando confessioni personali (One To Blame) a canzoni folk di sapore tradizionale dove viene esaltato l'amore per la natura che ci circonda (bellissima la copertina dell'album dove Sera è ritratta in un bosco seduta su un tronco). Deer Creek Canyon (che ricorda il canyon del Colorado dove visse insieme alla madre) è la sua terza fatica dopo il bel Only As The Long Day del 2008 e ci consegna una folksinger maturata e più profonda rispetto al passato. Registrato ai Beer Creek Studio a Woodinville e completato a Los Angeles, l'album è stato prodotto da Thom Monahan (Devendra Banhart, Vetiver) e vede la partecipazione dei suoi band mates di sempre Jeff Fuielder (banjo, chitarra), Jason Kardong (slide) oltre a Emily Ann Paterson al violoncello.

La voce angelica di Sera bagnata dalla slide e dal violino apre l'album con Worry All your Life una ballata immaginativa che profuma a muschio, umidità e boschi. La title track è strutturata come una country song triste e malinconica, mentre Naked possiede un groove molto riuscito dove Sera si occupa di suonare non solo la chitarra, ma anche la batteria. Nervous Wreck è country rurale allo stato brado dove bastano solo due accordi di chitarra e i battiti di mano per farti venire voglia di riascoltarla subito. Every Little Word, la delicata Here With Me e One To Blame sono confessioni personali di amori passati, puntellati dal suono di chitarra e dall'evocativa voce di Sera. And Still We Move dimostra come Sera sia cresciuta a pane Hank Williams e Johnny Cash, mentre la malinconica Rumpshaker è toccata dal suono dylaniano dell'armonica. Shakin Hands e Oh My presentano una struttura più semplice basata sul picking e la voce di Sera, mentre Anyway You Like è orchestrata e arricchita a livello strumentale da violini e cori (Patrick Park dei Carissa's Wierd). Una dolce collezione di canzoni, che rivelano un artista di spessore ed una voce capace di catturare il cuore dell'ascoltatore.


    


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