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singer-songwriter, country folk di
Fabio Cerbone (16/06/2012)
Il
rapporto di Reto Burrell con l'America è sempre stato strettissimo, in
termini di stile e ispirazione: non sorprende quindi avvistare il musicista svizzero
(di Lucerna) aggirarsi per gli studi di Nashville, alla ricerca di una nuova innocenza.
La sua carriera l'abbiamo seguita di pari passo e ci è sempre sembrata potenzialmente
interessante: un disco col botto, Shaking
Off Monkeys, ancora oggi adorabile impasto di pop rock stradaiolo alla
Tom Petty, un seguito più acustico, Roses Fade Blue, entrambi su etichetta Blue
Rose (e chi altrimenti, visto il genere...), poi qualche momento di confusione
o forse semplicemente qualche ambizione in più, che lo hanno spinto a seguire
con più attenzione il mercato europeo attraverso produzioni indipendenti. Il talento
c'era ancora, ma i risultati davano l'iimpressione di una personalità un po' camuffata.
In Sunshine & Snow le stelle cominciano a riallinearsi,
facendo chiarezza sulla strada da cui proviene Reto: un disco pacato e acustico,
non così "grigio" e malinconico come potrebbe far pensare la bella copertina,
ma certamente una raccolta di ballate folkie e spicce country song dove l'elemento
essenziale è il songwriting, la bella calligrafia di derivazione roots e qualche
arrangiamento di gusto dettato dalla partecipazione di musicisti locali. Burrell
infatti incide questo album di "opposti" sentimenti (da qui il titolo) - viaggio
fra affetti familiari, scelte di vita e di carriera - negli storici Quad Studios
della capitale country del Tennessee, usando lo stesso banco di regia che appartenne
a Neil Young e al suo capolavoro Harvest. Non è il caso di azzardare una parentela
con tale vetta artistica, ma piace pensare che un po' di quella magia sia finita
in Monday Morning 9am, nella dolce melodia
di In This City o fra la bruma folk per violino
e chitarre acustiche di Find Love.
I
musicisti scelti per l'occasione sono peraltro una garanzia di preparazione e
sensibilità: il contrabasso di Dennis Crouch (in molte produzioni recenti targate
T Bone Burnett), le chitarre di Bryan Sutton, il fiddle di Aubrey Haynie e l'accordion
di Jeff Taylor quelli che si fanno notare in prima linea. È presente anche un
quartetto d'archi, che colora con eleganza episodi solitari quali Cool
Box e Where the Road Ends. Qui
Reto Burrell sembra volersi misurare solo con se stesso e ne esce una trasposizione
abbastanza fedele del suo stile in chiave più intimista. Essendo un disco breve
e decisamente privato nelle tematiche che va a toccare, costruito sulle domande
e su una sorta di ricerca della maturità, questo approccio funziona senza stancare.
Quando poi Sunshine & Snow trova la strada della ballad un po' desertica (My
Best Friend) o del suono più rurale (i toni quasi bluegrass di Let
The Good Time Sings) il legame d'affetto per l'agognata America(na) si
rende ancora più evidente.