Luke Winslow-King, anche se originario di
Cadillac, Michigan, bazzica ormai l’Italia da anni, non solo per la sua
amicizia con il mago della slide Roberto Luti, ma anche perché questo
suo ultimo lavoro, intitolato Flash-A-Magic, è stato per
metà registrato in Toscana. Terra che il ragazzone americano (incontrato
di persona, decisamente “americano” come stazza) mostra apertamente di
apprezzare, insieme ovviamente alla sua città di adozione, New Orleans,
che senza dubbio gli ha insegnato a mescolare le influenze musicali e
a trovare la sua voce.
Dal blues al folk, dal rock allo swing, Winslow-King si muove con sicurezza
in queste acque, nel cuore nero dell’America, nella parte più traditional
del vasto panorama musicale degli States. Il nostro Luke ha pubblicato
sette album da solista e ha condiviso il palco con artisti come Jack White,
Taj Mahal, Rosanne Cash e molti altri. La sua canzone originale Everlasting
Arms è stata suonata dal compianto Dr. John nella serie Playing
for Change ‘Songs Around the World’ su YouTube. Flash-A-Magic
è dunque il suo ottavo album completo, registrato come detto in Toscana
e completato a Memphis, TN, ed è un’evoluzione del suo suono e del suo
songwriting rispetto ai lavori precedenti. Solo nove brani nella scaletta
del disco, da Everywhere You Go, There You Are che spiazza, più
Black Keys rispetto a quello a cui siamo abituati da LWK, ma la title
track Flash-A-Magic riporta già su
terreni più familiari, anche se non convince a pieno.
King ci porta poi sulle colline del Mississippi con
If I Were You, blues martellante e ripetitivo con una chitarra
a fare da bordone per l’intero pezzo e organo in bella mostra. Black
Eyed Gypsy ha quasi un incedere caraibico, vira molto sul pop melodico,
anche se di classe. Peaches è a metà
tra musica africana e un blues alla Burnside, pezzo più riuscito del disco,
anche con una cavalcata strumentale con slide (di Luti?) in evidenza.
Si va poi dal blues più classico di Ave (Steel Rail Angel) e Best
Be Leavin’, alle ballatone soul di How Could I Forget e Good
Morning, che però chiudono il disco senza lasciare tracce particolarmente
significative dietro di sé.
Assieme a Luke Winslow-King e al già citato Luti alla chitarra sono presenti
il Rev. Charles Hodges (Al Green) e gli artisti di casa Fat Possum, The
Sensational Barnes Brothers. Il cantautore americano dice del nuovo disco:
"Piuttosto che approcciare le canzoni e gli arrangiamenti come avevamo
fatto in passato, abbiamo deciso di lasciare che le canzoni respirassero
e si rivelassero a noi; promuovendo elementi di sincronicità, serendipità
e spontaneità [...] Credo che questo approccio rivitalizzato ci abbia
portato a qualcosa di fresco, eccitante e nuovo." Quali che fossero
le sue intenzioni, sicuramente si tratta di un lavoro interessante da
parte di LWK, un'evoluzione della sua carriera che gli fa sperimentare
nuove sonorità, a scapito in parte delle canzoni che risultano meno azzeccate,
meno accattivanti e forse meno complete che in passato. Può essere che
sia solo un punto di passaggio nel percorso artistico di Winslow-King
verso nuove forme di espressione; lo scopriremo al prossimo capitolo della
sua discografia.