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Jack Cade
Bewilderland
[Collision Music 2024]

Sulla rete: jackcade.com

File Under: folk-rock noir


di Pierpaolo Tinelli (15/02/2024)

La prima sensazione che mi ha dato Bewilderland, subito in apertura, è che lo spirito di Johnny Cash si sia reincarnato in Jack Cade. Mi riferisco al tardo Johnny Cash, quello delle magnifiche American Recordings sessions, officiate da un ispirato Rick Rubin. L’impostazione della voce e l’arrangiamento, soprattutto nel brano iniziale, Choose Your Condition, sono ispirati al "Man in Black", senza ombra di dubbio. Ma questo non vuol dire che il lavoro di Jack Cade sia una semplice imitazione, tengo a precisarlo, perché nei restanti episodi c’è una certa originalità e anche altre fonti di ispirazione non scontate che emergono più o meno esplicitamente.

Intanto vorrei far notare che in questa nostra era digitale, dove qualsiasi informazione è a portata di click, si fa una certa fatica a reperirne su questo cantautore, che dovrebbe essere britannico, lasciando aleggiare un velo di foschia più che mai adatto al personaggio e al suo immaginario. Del resto Jack Cade dovrebbe essere un nome d’arte, certamente in onore dell’omonimo rivoluzionario irlandese attivo e giustiziato in Inghilterra nel XV secolo. Pur avendo pubblicato il suo primo album addirittura nel 2011, nessuno ha inserito note biografiche di questo cantautore nell’immenso database di Discogs e nemmeno se ne trovano in Bandcamp. Qui però si riesce almeno a districarsi nella sua discografia, fatta di cinque album e un live, oltre a qualche singolo e all’album in pubblicazione. Ad aumentare l’entropia del sistema, c’è che le uscite sono in parte a suo nome ed in parte come Jack Cade and the Everyday Sinners.

Ad ogni modo quest’ultimo lavoro, Bewilderland, è firmato dal solo Jack Cade, comunque accompagnato da ottimi musicisti, di cui però, anche qui, si sa ben poco. Merita sicuramente una citazione la cantante Helen Muggeridge, la cui voce cristallina fa da contraltare a quella grave e possente del leader e che è protagonista del brano Where The Sun Meets The Moon, a mio parere uno dei più riusciti, in cui duetta con Jack ed è accompagnata da un suggestivo violoncello, a delineare un mood tipicamente folk noir. Non sono sicuro che l’accostamento sia del tutto pertinente, ma personalmente ho sentito, in tutto l’album, delle suggestioni che mi hanno fatto pensare a un paio di personaggi leggendari di un certo sottobosco britannico: Nick Saloman e Paul Roland. Con quest’ultimo artista (oltre che scrittore e giornalista) trovo che ci siano affinità in termini di tematiche e di certe atmosfere, come nel già citato Where The Sun Meets The Moon, ma anche nel brano The Faster You Run, o nel conclusivo Keep Believing, con il violino di Hana Maria in evidenza.

Il leader Jack Cade è il chitarrista unico dell’album e bisogna riconoscere che la sua perizia, sia all’acustica sia all’elettrica, è davvero notevole. Per questo aspetto mi pare ci sia una certa vicinanza a Nick Saloman, titolare pressoché unico della sigla Bevis Frond ed instancabile baluardo della psichedelia inglese. Per esempio, nei quasi cinque minuti e mezzo di Little Secret si assiste ad una crescita lenta ma inesorabile del pathos con una progressione ritmica costante, in un vortice infuocato di chitarra elettrica che è appunto tipico di certe lunghe jam dei Bevis Frond. Non c’è comunque alcun momento debole in questo lavoro, che rappresenta un’evoluzione nella continuità con quelli precedenti di Jack Cade, ormai esperto a miscelare sapientemente generi (alt-country, Americana, ma anche blues e psichedelia) e influenze (quella già citate, ma salta all’orecchio anche Nick Cave per certi toni cupi).

Degna di nota la chicca della veste grafica della sola edizione fisica dell’album: 200 copie in cd con copertine uniche realizzate a mano da Jack in persona. Dalla tiratura di questa edizione e dalle copie fisiche degli album precedenti rimaste in vendita su Bandcamp, mi vien da pensare che la platea degli uditori di questo ispirato autore e interprete sia limitata a numeri del tutto confidenziali ed è un vero peccato perché la sua voce e le sue composizioni sono all’altezza di nomi molto più blasonati e riconosciuti.


    


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