The
David Mayfield Parade The David Mayfield Parade
[9th
Grade Records 2011]
David Mayfield,
già bassista nei Cadillac Sky, lascia momentaneamente alle spalle quella avventura
per affrontare un progetto solista. Quartetto di musicisti di estrazione old time
e benedetti dalle cure produttive di Dan Auerbach (Black Keys), i Cadillac Sky
si sono mossi dal Texas a Nashville tentando la fortuna con tre dischi imbevuti
di una rilettura della tradizione old time e bluegrass. David, invece, si apre
oggi ai diversi stimoli del suo songwriting, garantendo comunque una linea di
continuità nella famiglia. Cresciuto infatti in un'atmosfera comunitaria e un
po' zingaresca, al seguito della carovana country dei genitori, entrambi musicisti,
e con una sorella (Jessica Lea Mayfield, già un paio di lavori solisti premiati
dalla critica indie) dal sicuro avvenire, David ha pensato bene prima di "nascondersi"
dietro le quinte, curando le registrazioni degli amici Barry Scott e Among The
Oak & Ash's, quindi di uscire allo scoperto sfruttando la sua amicizia con gli
Avett Brothers. Una sensibilità musicale comune viene effettivamente evocata
nello svolgimento di The David Mayfield Parade, lavoro solista sotto
le mentite spoglie di un suono corale che unisce tradizione folk, ballate alt-country,
primitivo rock'n'roll e amore a prima vista per certo pop d'autore ereditato dai
sixties.
Una formula eterogenea non c'è che dire, che rimessa nelle mani
e soprattutto nella voce morbida di Mayfield raggiunge un discreto equilibrio,
una sobrietà che non rinuncia allo spirito eclettico dell'artista ma non sfocia
neppure in soluzioni troppo barocche. I tenui archi che accompagnano l'acustica
Blue Skies Again (donata in passato al repertorio
della sorella) annunciano un folksinger dai toni gentili, salvo deviare verso
la chitarra twangy e riverberata di I Just Might Pray.
Da qui parte un disco curioso che non resta imprigionato nel clichè dell'Americana
a tutti i costi, nonostante la presenza di Mayfield a festival itineranti quali
Bonnaroo e Merlefest. La sua matrice rootsy, giunta in superficie con la fokie
Breath of Love o la romantica ballata country
Faraway Love (al controcanto femminile è
presente Caitlin Rose), si mescola con una scaletta imprevedibile: il recupero
di Sea of Heartbreak (Beck) commuove nel suo
intreccio tra voci piano e organo, Norreen
recupera un frizzante rock'n'roll a metà strada fra i Beach Boys, Buddy Holly
e la campagna sudista, mentre Looking for Love
infila un organetto farfisa degno di Augie Meyers e smuove ancora fresca terra
pop rock.
Il gusto retrò che si impossessa della David Mayfield Parade
non scade mai nella parodia o nel plagio: in What Do
You Call It o nella dolce Udine,
altra sintesi fra folk rock e archi dai sgargianti colori sixties ci sono un senso
della misura e una fantasia che inducono a considerare questo ragazzo come una
possibile rivelazione. L'interminabile (nel titolo certamente… ma il brano arriva
comunque a toccare i sette minuti, grazie ad un cadenzato folk rock dal morbido
passo elettrico) I Have Been Known to Be Wrong from Time
to Time but I'm Afraid I'm Right rappresenta così il degno finale di
un autore singolare e dal promettente avvenire. (Fabio Cerbone)